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Latina. Battisti, la vergogna di essere uomo. Il "poeta esule" del sottobosco culturale dell'estrema sinistra sceglie la fuga.
Daniele Capezzone: «Enzo Tortora ebbe la dignità di lottare e difendersi...»
«Ho detto ieri e ribadisco oggi che trovo poco appassionante andare in giro per l'Europa a braccare e scovare persone per fatti di 20 o 25 anni prima». Parla Daniele Capezzone, segretario di Radicali Italiani.
«Ma, detto questo, dinanzi alla vera e propria fuga di Battisti, non posso non ricordare che il Presidente del Partito Radicale, Enzo Tortora, eletto nel 1984 al Parlamento europeo insieme a Marco Pannella, quando giunse la prima infame condanna contro di lui (che -è bene ricordarlo- era non solo innocente, ma completamente estraneo al castello di menzogne costruito dalla
Procura di Napoli e dai suoi pentiti), pretese che il Parlamento europeo concedesse l'autorizzazione all'arresto, e venne in Italia a consegnarsi, per combattere a testa alta la sua grande battaglia civile, quella che avrebbe portato nel 1987 alla vittoria (poi tradita dal Parlamento) nel referendum radicale sulla responsabilità civile dei magistrati.
Ciascuno fa le sue scelte (e quindi Battisti ha fatto la propria, quella di scappare); credo che sia opportuno ricordare che qualcuno, Tortora appunto, fece una scelta completamente diversa, opposta. Scelta dovuta non solo al proprio essere innocente, ma anche all'intenzione di convertire il suo caso personale in una battaglia da condurre nell'interesse di tutti.
Certo, però, tornando all'oggi, fa una certa impressione il fatto che –per la "politica ufficiale" e l'"informazione ufficiale" italiana- Battisti meriti la prima pagina; mentre le migliaia di detenuti che non solo scontano la loro pena (magari essendo in attesa di giudizio), ma lo fanno in condizioni infami, e ciononostante scelgono la nonviolenza (partecipando allo sciopero della fame proposto dai radicali) e i referendum (sostenendo la battaglia sulla fecondazione assistita) non si vedano concesse neanche due colonne in cronaca. È una fedele fotografia dell'Italia di oggi».
Mauro Cascio
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