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Latina. Doolin Street. Maria Corsetti: «Sì, per me l'Attaccapanni va bene». Continua la campagna di salvaguardia delle rotonde dagli artisti

Caro Mauro, eccomi qua, pinta di Guinness alla mano. Oggi volevo davvero lasciare in pace la rotonda di via del Lido e dedicami invece a Largo Caduti, ma le precisazioni di Antonio Pennacchi (che trovo immenso quando parla della scultura di Pomodoro al Palaeur) mi costringono a volare di nuovo sul Fiore di Luce. Concordo: si tratta di arredo urbano e non di arte. Come tale - e come già da me sostenuto - deve essere godibile dal cittadino comune, quindi non può richiedere una preparazione estetica particolare. E dunque è criticabile da tutti, anche da chi "non se ne intende". Quanto all'attaccapanni, non ci avevo pensato, ma sono assolutamente d'accordo con questa definizione. Mi piace perché è quella che meglio descrive l'opera, o almeno che spiega al meglio la forma espressa dall'opera. Inoltre mi sembra anche un'ottima accoglienza per il visitatore che si reca nella nostra città. Un enorme attaccapanni all'ingresso come per dire: appendi qui il tuo soprabito e gira libero, fai come fossi a casa tua. Ragionando in termini mediatici direi che la comunicazione agisce su diversi livelli. Quello conscio dove l'individuo pensa "Ma che bella trovata, una volta c'erano le porte della città, ad accogliere il visitatore, questi hanno reinterpretato in chiave moderna un retaggio culturale che ci portiamo dal Medio Evo". E quello subliminale dove il visitatore trova qualcosa di molto familiare, un attaccapanni appunto, e quindi si sente già inserito nel tessuto sociale ed urbano. Ovviamente non è solo il visitatore a trarne dei benefici, anche il cittadino, di ritorno dal lavoro, già si rilassa alla sua vista. Io direi che abbiamo trovato la soluzione. Come ti dicevo alle volte è il nome giusto a decretare il successo. Sempre Antonio Pennacchi, in Latina-Littoria, di fronte all'aereo di via Bruxelles disse "La prima volta che ci sono passato davanti me credevo che era successa 'na disgrazia" e da quel giorno quando ci troviamo al cospetto del Monumento all'Aviatore ci facciamo una risata al ricordo del film di Pannone. Ora è necessario lavorare affinché qualcosa di analogo accada per l'Attaccapanni. In modo che solo sulle pubblicazioni degli storici locali venga ricordato che una volta si chiamava Fiore di Luce.

Maria Corsetti


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