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Gaeta. Il pesce del Golfo sotto la lente di ingrandimento: un'indagine di mercato promossa dall'OESCMI e dall'Istituto Tecnico Nautico "Caboto"

Il 58% ama alla follia spigole ed orate, il 55% preferisce cozze e vongole, il 54% il pesce azzurro, il 46% gamberi, mazzancolle, polpi, seppie e calamari. La passione per i prodotti ittici è multiforme e mai monolitica. E quando li si acquista, quasi due consumatori su tre si fanno influenzare dalla freschezza e il 36% dalla provenienza del pesce. Appena uno su tre si lascia condizionare dal prezzo. In ogni caso, il 30% del reddito speso per gli alimenti è indirizzato proprio al settore ittico. Questi e tanti altri dati sono contenuti nella attesissima, analitica indagine di mercato sulla pesca nel Golfo di Gaeta, dal punto di vista della domanda e dell’offerta, nella vasta area che va da Minturno a Terracina, non tralasciando le isole pontine. L’interessante ricerca è stata condotta dall’Osservatorio Economico per lo Sviluppo della Cultura Manageriale e d’Impresa (OESCMI), in collaborazione con l’Istituto Tecnico Nautico “Caboto” di Gaeta, nell’ambito di un progetto finanziato dalla Regione Lazio. I risultati dell’indagine stanno per essere pubblicati e saranno al centro di un convegno previsto per la fine di settembre in una sede di prestigio: il Castello Angioino di Gaeta. I dati sono stati raccolti attraverso la documentazione fornita dalla Capitaneria di Porto di Gaeta e da cooperative di pescatori, in primis la coop. "La Sirena" di Terracina, nonché mediante interviste mirate a consumatori locali e stagionali. Ne è emerso un quadro estremamente chiaro, in cui si inserisce un piano di marketing e sviluppo del settore, promosso nell’ambito dello stesso progetto, per qualificare il prodotto ittico del Golfo, renderne competitivo il prezzo e capillare la distribuzione. Puntare sulla freschezza, dunque. Ma non solo. Dall’indagine è emersa l’evidente aspettativa della fiducia nel rivenditore (da ciò il boom delle pescherie) e la necessità di una più dettagliata informazione sulle caratteristiche nutrizionali ed organolettiche del pesce che acquistiamo. Come raggiungere questi obiettivi? L’OESCMI ed il Nautico propongono a istituzioni, pescatori e commercianti una specifica azione che preveda l’utilizzo di alcune specie "più rappresentative" dell’area, allo scopo di promuoverle come strumenti di traino ("prodotti bandiera") dell’intero comparto della Riviera d’Ulisse. Ebbene, dalla ricerca emerge che le specie più diffuse sul mercato locale sono: le triglie, il merluzzo, il gambero, il polpo, il calamaro, la seppia, la cozza, le spigole, le orate. Una piacevole coincidenza, dunque, con le preferenze dei consumatori. A tale "paniere", del resto, si potrebbero aggiungere pesci meno conosciuti, ma altrettanto prelibati, così da creare, di volta in volta, una vera e propria "Spasella del Golfo" da vendere alla clientela, ovverossia un cesto di vimini che raccolga un mix di pesci e molluschi, accompagnato da una sorta di vademecum informativo su proprietà nutrizionali, modalità di pulizia e ricette di cucina.

Mauro Cascio


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