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Latina. Battisti o non Battisti. Antonio Pennacchi insiste su L'Indipendente: «Fu guerra civile. Solo uno scudo i familiari delle vittime»
Dice: «È una bestia umana». Non lo so, potrebbe anche essere – e, nell’eventualità, non credo che quei morti siano un lieve peso per la sua coscienza – però si dà il caso che lui continui a dichiararsi innocente. Dice: "Ma lo ha detto la magistratura". Lui vorrebbe la revisione del processo. "Lo hanno giudicato e rigiudicato abbastanza: è colpevole". Ma in contumacia, senza garanzie. "È la legge: la garanzia è la magistratura". Vabbe’, però mi devi spiegare perché questa magistratura – che per te è sempre inaffidabile quando si tratta di Previti e Berlusconi, di politici e di ‘mani pulite’ – diventa affidabile e sicura solo contro Battisti. Con te è "manette facili", con lui è voce di Dio. Quando si instilla il dubbio, in democrazia deve valere per tutti, non per una parte sola. Così come le leggi. Quella sul pentitismo, a suo tempo, l’hai fatta apposta per contrastare il cosiddetto ‘terrorismo’, la cui colpa più grave non era naturalmente quella d’ammazzare ogni tanto un povero cristo, bensì d’attentare al tuo potere personale e di classe. Erano i politici che si sentivano nel mirino. Per questo – pur implicato in 17 omicidi – hanno mandato libero Savasta e hanno sbattuto in galera l’ignaro che, magari, gli aveva solo dato ricetto una notte: ogni parola di Savasta era parola di Dio. Quando però la legge è arrivata a te, non valeva più: "I pentiti non sono attendibili". Pecorelli e Vitalone? I pentiti non sono attendibili. Il bacio di Totò Riina? I pentiti non sono attendibili. La Ariosto? Non ne parliamo. L’unico attendibile è Leonardo Marino, il pentito che accusa Sofri, e quelli che accusano Battisti. Faglielo a Battisti un processo con tutte le garanzie e i distinguo che hai fatto a Andreotti. Forse esce innocente. Oppure fai a Castelli e alla Lega un bel processo – senza indulgenze, senza omissioni, anzi, con bramosia accusatoria e fumus persecutionis – come a Oreste Scalzone e al ‘7 aprile’ (Scalzone non ha nessunissimo reato di sangue). Vedrai se ci vanno loro ad aspettare le visite dei radicali a Regina Coeli. ‘Roma ladrona’ non è istigazione all’odio ed al razzismo? La ‘secessione’ e le ‘doppiette della Val Brembana’ ti sembrano meno eversive della lotta di classe? E La padania più leggera di Potere operaio? Dice: "Ma quella è satira". No compa’, la satira è Castelli ministro. Col metro del ‘7 aprile’ è da un pezzo che i ministri della lega stavano al gabbio per alto tradimento. Ma la questione non è questa, e non è nemmeno se Cesare Battisti sia realmente colpevole. La questione è che fu ‘guerra civile’ e un Paese moderno – se vuole essere davvero ‘civile’ – queste cose le chiude con le amnistie. Come fecero in Francia per l’Oas o, ai giorni nostri, in Sudafrica e nel Burundi. Solo tu non ti schiodi. Dice: "I parenti delle vittime". Non ti fare usbergo – è sciacallaggio – coi parenti delle vittime. Le risposte deve darle lo Stato, non le vittime. E difatti lo Stato non ha mai chiesto alcun parere ai familiari o alle vittime di Savasta, o di Brusca che squagliava i ragazzini, o di qualunque altro camionista ubriaco che ammazza della gente sulla strada: paga l’assicurazione, omicidio colposo, neanche un giorno in galera. Se abbandoni un cane otto mesi. Non ti fare scudo con i parenti: tu ciò che non perdoni non è la colpa contro le vittime, ma quella contro di te, la lesa maestà, l’attacco al Potere. Sei tu che vuoi vendetta, non le vittime.
Antonio Pennacchi
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