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Latina. La nuova legge elettorale regionale. Claudio Moscardelli (Margherita): «La vecchia normativa penalizzava il nostro territorio»

La nuova legge elettorale regionale rappresenta un passaggio decisivo per il futuro delle province nel Lazio. Spiega Claudio Moscardelli (Margherita): «L’attuale squilibrio delle rappresentanze, determinato dalla legge attuale, penalizza fortemente le province del Lazio e impedisce all’istituzione Regione di svolgere il suo primario ruolo di riequilibrio tra Roma e il resto del Lazio. La Margherita ha più volte sottolineato l’importanza delle scelte in corso e la proposta avanzata da Rodolfo Carelli rappresenta il tentativo di dare una risposta non solo all’esigenza di riequilibrare a favore delle province la rappresentanza e le risorse ma anche di rendere protagoniste con pari opportunità tutte le realtà di ciascuna provincia. I principi ispiratori proposti sono i seguenti: Rispettare i rapporti tra le forze politiche e gli equilibri territoriali corrispondenti alle popolazioni; Garantire un premio di maggioranza attraverso l’abolizione dell’attuale “listino” e l’attribuzione di un numero di seggi che garantisca al partito o alla coalizione vincente il 60% dei seggi; Meccanismo della sfiducia costruttiva al fine di garantire l’avvicendamento del Presidente senza la caduta della legislatura regionale, sia per motivi inerenti la persona del Presidente sia per assunzione di altre responsabilità istituzionali (es. nomina a Ministro). Per attivare questo meccanismo occorre una maggioranza qualificata (stesso quorum dell’elezione a Presidente, compreso premio di maggioranza) ed una procedura aggravata (due votazioni a distanza di non oltre 15 gg. l’una dall’altra); Elezione diretta del Presidente con coalizioni indicate e sistema proporzionale con collegi uninominali sul modello del sistema attuale delle elezioni provinciali; si disegnano i 70 collegi regionali e si attribuiscono su base proporzionale a ciascun partito secondo il metodo delle provinciali. Per la provincia di Latina potrebbero ipotizzarsi, tenuto conto dell’aumento dei consiglieri a 70 e della possibile abolizione del listino, n. 6 collegi che possano rappresentare territori omogenei della provincia e grosso modo lo stesso numero di elettori, per esempio : Collegio n. 1 Aprilia – Cisterna, Collegio n. 2 Monti Lepini (i 12 comuni e Latina Scalo); Collegio n. 3 Latina; Collegio n. 4 Terracina, S. Felice, Pontinia, Sabaudia, Sperlonga; Collegio n. 5 : Fondi, Gaeta, M. San Biagio, Lenola, Itri, Campodimele; Collegio 6: Formia, Minturno, Castelforte, SS. Cosma e Damiano, Spigno, Ponza e Ventotene. Gli aspetti positivi sono molteplici: innanzitutto tutte le aree della provincia avrebbero le stesse opportunità di riuscita; si ristabilirebbe una proporzione corretta di rappresentanza tra consiglieri regionali e parlamentari, essendo quest’ultimi eletti in collegi più piccoli dei consiglieri regionali. Si attenuerebbe il connubio tra potere politico e potere economico che ne consegue per essere eletti e per essere riconfermati, con la spinta a percepire la Regione come ente di gestione anziché come assemblea legislativa, la cui funzione deve poggiare sul principio di sussidiarietà, che avvicina le istituzioni al cittadino e valorizza le autonomie locali, a partire dai Comuni, come è pure nella lettera e nello spirito della Costituzione, secondo la riforma approvata nel 2001. Altri elementi positivi sono un maggiore radicamento sul territorio; la possibilità di dare più opportunità di emergere ad una nuova classe dirigente. La Margherita proporrà all’attenzione del centrosinistra la suddetta proposta affinchè possano essere votati nel Consiglio provinciale e nei Consigli Comunali ordini del giorno a suo sostegno».

Elisabetta Rizzo


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