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Latina. Udc, pace fatta. Michele Forte: «Martella? Era un po' pigro. Si svegliava alle 11 di mattina, magari la sera prima aveva pure bevuto»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Michele Forte, il giorno della pace nell'Udc.
Dopo mesi di querelle arriva il compromesso? «Io ho fatto un'analisi totale aprendo
a nuove personalità del partito. Carturan da poco stava con noi. Ha fatto le elezioni.
Oggi si vuole impegnare all'interno del partito. Così abbiamo deciso di farlo vicesegretario.
Il mio interesse è quello di rendere più forte il partito. Per il resto non ci sono
stati compromessi o contentini». Lei è stato un grande mediatore. Ora che ruolo
avrà l'Udc all'interno della Casa della Libertà? Alzerà la voce contro il presidente
Cusani? «Io ho remato contro Cusani. Nel momento in cui ho fatto un passo indietro non
posso fare un passo indietro». Una squadra che prevede la presenza di Martella?
«Ma, vedete, Martella non è un grande lavoratore. È pigro. Io lo so perché facevo
il presidente del consiglio. Spesso noi avevamo già cominciato e lui alle 11 stava ancora
a dormire. Ma non lo faceva per cattiveria. Oggi speriamo che possa dare quei contributi
che finora non ha dato. Io ho votato lo statuto e il povero Paride Martella che aveva
preso una sbornia quella mattina con noi non c'era. Io la cosa l'ho portata avanti
lo stesso. È stato un caro amico per dieci anni. Non ci scordiamo che l'ho candidato
io Martella. Io conoscevo il carattere. Tante cose le abbiamo superate senza litigare.
Ora ci sono rimasto male che sceso dallo scalino s'è un po' allontanato, diciamo.
Lui è un amico e mi auguro che faccia cose che in questi anni non ha fatto.
Sto parlando di atti politici e di lavoro interno al partito non degli atti amministrativi
che erano di sua competenza.
Se quindi viene nessuno le mette fuori, se non viene non posso fare nulla.
L'ho ripeto: io ne avrei piacere ma se torna che lavori anche per il partito e non solo per
lui».
Elisabetta Rizzo
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