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Latina. Carobollette. Su Acqualatina insorge la sinistra: «Arrivano pure solleciti di pagamento. Ma la situazione è irregolare...»

«Sembra definitivamente "impazzito" il sistema di fatturazione di Acqualatina SpA». Lo sostiene il comutato per l'acqua pubblica (Sinistra Ecologista, Verdi, Ass. M. Mancino, Latina Social Forum, Partito della Rifondazione Comunista, Legambiente «In questi giorni, è in fase di recapito una nuova ondata di fatture (la quarta dal mese di agosto dello scorso anno - data del primo invio) ed anche in questo caso si riscontrano contraddizioni, imprecisioni e in qualche caso numeri tutti da chiarire. In moltissimi casi pervenuti alla nostra conoscenza, risulta che c'è stata una fatturazione iniziale del tutto fuori della realtà, nella quale, il famigerato "consumo presunto" superava di molte unità il consumo reale da parte dell'utenza. Questo inqualificabile errore (?) è stato ormai riconosciuto da tutti, tanto da costringere l'assemblea dell'ATO 4 a "rimodulare" la tariffa con la deliberazione del 16 Aprile u.s. Sembrava logico che tutto il sistema di riscossione di quelle fatture iniziali (completamente sbagliate), dovesse tener conto della nuova tariffazione, invece così non è. Con le ultime due fatture (la terza e la quarta - con scadenza rispettivamente il 31 Luglio e il 25 Settembre), Acqualatina SpA ha indirettamente ammesso l'errore riportando l'esistenza di un credito dell'utente nei confronti della stessa società, tanto che nelle lettere accompagnatorie delle fatture ha dovuto specificare: "Attenzione: questa fattura non è da pagare". Quindi, riconoscendo il proprio debito nei confronti dell'utenza, ci si sarebbe aspettati che la società emettesse delle nuove fatture, basate su calcoli "realistici" per lo stesso periodo considerato e annullando le fatture precedenti; ma una procedura così semplice e logica dalle nostre parti è considerata evidentemente assurda. Invece di annullare le fatture iniziali, Acqualatina, sempre in questi giorni, sta recapitando agli stessi utenti di cui sopra (che evidentemente - riscontrando tali anomalie - non hanno pagato) dei "solleciti di pagamento" di quelle prime fatturazioni, avvertendo che la società: "…… si riserva di procedere, nel termine di 30 giorni dal ricevimento della presente, alla sospensione della fornitura del servizio, ai sensi dell'art. 16 del Regolamento del Servizio Idrico Integrato", dicitura inserita nei casi di utenza commerciale, oppure, addirittura:"…….di adire le vie legali, con ulteriori aggravi di spese a suo carico", nel caso di utenze domestiche. Quindi siamo alle minacce! La filosofia di questa impostazione gestionale è altrettanto semplice quanto aberrante, come a dire: "tu comunque mi devi pagare (altrimenti sono guai) una fattura calcolata su consumi inesistenti, come dimostrano le fatture successive, basate sulle letture e non su presunzioni di consumo, poi io ti scalo il credito che tu hai maturato nei miei confronti, man mano che quel consumo presunto si realizzerà effettivamente; se non me le paghi ti stacco il servizio e/o ti porto in Tribunale". Purtroppo per Acqualatina, noi questo film lo abbiamo già visto molte volte e non ci facciamo prendere per il naso. In molti casi da noi riscontrati, il numero dei giorni calcolati per il consumo (indicato ogni volta nelle lettere accompagnatorie), supera di molti mesi l'arco temporale trascorso effettivamente; in sostanza le 4 fatture, pur essendo riferite al periodo che va dal 31/12/2002 al 12/08/2004 (629 giorni complessivi), riportano un numero totale di giorni che superano di molto i 2 anni di consumo. Altri dati, sempre rigorosamente riferiti a quanto "calcolato" da Acqualatina e comunicato nelle lettere accompagantorie, risultano quanto meno stravaganti: ad esempio, secondo la società, dallo stesso contatore, nel periodo dal 31/12/2002 al 01/08/2003 (prima fattura), sarebbero transitati la bellezza di 88 metri cubi d'acqua, per un consumo medio giornaliero di 416 litri, mentre nel periodo che và dal 18/02/2004 al 12/08/2004, sempre secondo Acqualatina (quarta fattura), per quel contatore sarebbero transitati 0,88 metri cubi, per un consumo medio di 5 litri giornalieri e non una goccia d'acqua in più. Ma non è finita: sempre dal riscontro delle fatture, risulta che per erogare quei 0,88 m.q., Acqualatina addebita all'utente 19,67 euro, quando dal prospetto informativo un metro cubo d'acqua dovrebbe costare meno di 1 euro. Ovvero: "anche se ti sono creditore, i tempi di rientro del credito comunque li decido io". Alla luce di questi ulteriori elementi, il Comitato per l'acqua pubblica di Latina, invita tutti gli utenti ad eseguire la verifica di quanto effettivamente consumato rispetto a quanto fatturato e nel caso di riscontro di dati contraddizioni, eventualmente segnalarlo alle associazioni aderenti al Comitato stesso. È evidente ce n'è abbastanza per adire effettivamente le vie legali, ma a ruoli invertiti. Pertanto, in presenza di tali evidenti valutazioni erronee nei confronti dell'utenza, diffidiamo pubblicamente Acqualatina SpA dal procedere a qualsiasi tipo di interruzione di un servizio primario ed indispensabile per qualsiasi essere umano, prima ancora delle realtà produttive, essendo questo servizio pubblico e costituzionalmente garantito (è bene che qualcuno se lo ricordi ogni tanto) e non ci facciamo per nulla intimidire dall'eventuale applicazione di una norma (l'art.16 del Regolamento del S.I.I.) approvato da quelle stesse persone che hanno determinato questa inqualificabile situazione. Anzi, proprio a costoro ricordiamo che abbiamo un preciso appuntamento per il prossimo 18 Ottobre, proprio in Tribunale a Latina e che un Pubblico Ministero ha già dichiarato in udienza che loro, nel CdA di Acqualatina, non ci potevano proprio stare: li vogliamo vedere mentre deliberano la citazione in giudizio degli utenti a causa di quelle bollette».

Elisabetta Rizzo


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