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Roma. XX Settembre, il giorno dopo. Gustavo Raffi: «Non c'è, al di fuori del Risorgimento, un altro momento nel quale tutti siamo stati uniti»
Roma, 20 settembre 2004. «Il XX Settembre, quest'anno, lo dedichiamo all'unità della Patria,
contro ogni tendenza disgregatrice, e ai valori che spingono in direzione della coesione
e della forza comune. Carducci affermava che il sogno dell'Italia unita era quanto di
più grande gli abitanti della nostra penisola avessero saputo realizzare dopo la caduta
dell'Impero dei Cesari. Esagerazioni, si dirà. Ma certo, guardando dietro di noi, non sappiamo
trovare, al di fuori del Risorgimento, un altro momento nel quale tutti, ma proprio tutti
noi italiani possiamo riconoscerci con orgoglio».
Lo ha detto Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani,
la Massoneria italiana, nel corso della cerimonia a Porta Pia, in occasione del 134°
anniversario della fine del potere temporale della Chiesa e della costituzione dello
Stato unitario italiano.
«Quando i bersaglieri giunsero a Roma, il 20 settembre 1870 ha aggiunto Raffi -
furono in tanti a immaginare che cosa l'Italia sarebbe divenuta: c'era chi sperava in
un avvenire democratico e popolare, chi ricordava le glorie del passato e chi contava
di sostituire al primato della religione il primato della scienza. In ogni caso,
l'evento appariva a tutti di capitale importanza. Perché Roma rappresentava
l'antidoto contro la possibile dissoluzione del giovane stato-nazione ed evocava le
virtù della solidarietà fra le varie parti del paese contro le derive separatiste,
che anche allora erano all'opera».
Andrea Apruzzese
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