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Latina. Integralismo e libero pensiero. Andrea Apruzzese: «Ma non è che tutto questo laicismo a ParvapoliS nasconde un'anima anticlericale?»
Carissima redazione di ParvapoliS. Prendo atto che il quotidiano on-line di cui
sono caporedattore ha insistito affinché Carlo Maria Martini fosse presentato
come un "professore".
Io credo che anche i cattolici, ed il loro sentire, gradirebbero una maggiore "sensibilità":
quando parliamo del "prof. Carlo Maria Martini". Caro Mauro,
vorrei tenessi presente che si tratta di una delle massime autorità in materia di
cattolicesimo, in particolare in materia di chiesa sociale e di applicazione delle norme
cattoliche alla vita professionale e lavorativa, oltre che all'assistenza alle classi
meno fortunate, nonché probabile prossimo Papa dopo Giovanni Paolo II. Faccio presente
ancora una volta che le tue opinioni in materia di insussitenza del credo cattolico sono
- appunto - solo opinioni e solo tue. Un altro miliardo di persone sulla faccia della terra
non la pensa come te. Se vogliamo dire che sono opinioni anche quelle, vanno comunque
rispettate. So perfettamente che dovrei essere l'ultimo a parlare di religione, in quanto
non mi ritengo un praticante, né un fervente credente: del cattolicesimo ho probabilmente
una visione troppo "mia" che non concorderà con i dettami ufficiali, ma non tollero che
non si parli di giornalismo obiettivo. Io ci credo (nell'obiettività, anche se so che
quella assoluta non può esistere).
Faccio presente che tale sfogo parte dalla situazione contingente, relativa al cattolicesimo,
ma lo applicherò anche in caso di buddisti, shintoisti, animisti, ebrei, protestanti,
musulmani, pacifisti, pacifinti e quant'altro.
Non si può essere giornalisti obiettivi se si parte per andare a fare un'intervista avendo
già in mente una propria crociata. E non vedo perché una testata che da sette anni e passa ha
faticosamente costruito la sua credibilità ora universalmente riconosciuta debba cadere
nella carenza di obiettività.
L'approccio di ParvapoliS nei confronti del cattolicesimo in particolare e delle religioni
in generale è oltremodo offensivo. Soprattutto nei confronti di miliardi e miliardi
di persone che vivono un'intera esistenza credendo e, nel momento di abbandonarsi al
sonno eterno, lo fanno con la certezza dell'amore di Dio e dell'esistenza di una
vita al di là della morte.
Partendo da una base di obiettività, il contaddittorio può esistere e credo di averne
dato un valido esempio parlando della legge sulla fecondazione assistita con il Vescovo
di Latina.
Partendo dalla obiettività e dal contraddittorio, non vedo che male ci sia ad affrontare
gli argomenti "scottanti" (sempre la legge sulla fecondazione assistita) basandosi sulla
teologia e sul contrasto che la sua applicazione può avere nella vita quotidiana, e
nello scollamento con il sentire di molti cittadini (ho già premesso che non concordo
in pieno con tutti i dettami della mia religione).
Voglio ancora una volta ribadire l'errore di approccio alla materia: non può essere
ricercata una spiegazione razionale all'irrazionale. Non sarà mai con la filosofia che si
potrà spiegare la religione: o si fa della teologia o si fa della filosofia (con buona pace
di Sant'Agostino).
Ma analizziamo - in estrema sintesi - proprio Mauro Cascio: Mauro non crede, non ha una
fede religiosa, se non nell'uso del pensiero (ed in particolare di quello filosofico).
È evidente che Mauro non ha ricevuto il dono della Fede, che gli consentirebbe di credere
senza bisogno di comprendere. Eppure si interessa molto di religione, studia la storia
delle religioni e le loro dinamiche: potremmo per assurdo affermare che si interessa di
teologia. Perché lo fa? Per una sua ricerca interna. E questa ricerca interna non è forse
la ricerca del divino? Ma ancora una volta siamo di fronte all'errore di approccio:
essendo una ricerca interna, Mauro non può cercare le spiegazioni al suo esterno,
nella filosofia. E questo suo accanirsi contro le religioni sembra proprio una rabbia,
quasi una vendetta per non aver ricevuto il dono di poter credere.
Ma la Fede può essere dentro di te. Abbandona le tue convinzioni e le tue opinioni, e
cerca dentro di te.
Mauro, in verità tu sei alla ricerca del dono della Fede. Tu vuoi poter credere.
Andrea Apruzzese
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