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Latina. Corridoio Tirrenico. Angelo Bonelli: «Quei soldi sono solo briciole. Col finanziamento non ci paghiamo nemmeno gli espropri»
«Il CIPE ha deliberato il finanziamento di 259 milioni di euro per la Fiumicino-Formia,
il tratto autostradale conosciuto anche come Corridoio Tirrenico Meridionale, ovvero
il CIPE finanzia le opere senza stanziare fondi sufficienti: 259 milioni corrispondono
al 10% del costo dell’intera opera (2.577 milioni di euro), e al 20% della parte
spettante all’amministrazione (60%). Pochi spiccioli per accontentare Storace che potrà
strombazzare l’avvio del progetto a fini elettorali, ma che in realtà non coprono
neanche gli oneri di progettazione, per gli espropri e gli indennizzi da pagare ai molti
cittadini colpiti dal passaggio di questo mostro di cemento».
È quanto dichiarano in un comunicato Angelo Bonelli, Capogruppo dei Verdi alla Regione Lazio, e la senatrice Verde Loredana De Petris.
«Oltretutto si tace, fatto gravissimo - dicono Bonelli e De Petris - che per le opere strategiche della legge Obiettivo (come il Corridoio), la stessa finanziaria stabilisce un limite di spesa per l’esercizio finanziario che, non potrà superare complessivamente i 450 milioni di euro. Ciò significa che se tutte le opere strategiche dovessero partire, non sarebbe disponibile la liquidità per coprire neanche le rate annuali dei mutui».
«Siamo davanti a risorse virtuali che non permetteranno di avviare l’opera – affermano i due esponenti dei Verdi - Ma ciò che vogliamo denunciare, è che se davvero questo soldi verranno impiegati per realizzare una nuova autostrada i risultati saranno gravissimi per i cittadini per due principali ragioni: primo perché si sprecheranno soldi per realizzare una minima parte del progetto che rischia poi di non essere più finanziato e lasciare nuove cattedrali nel deserto. Secondo perché la statale Pontina sarà lasciata nelle medesime disastrose condizioni ancora per anni. Perciò la proposta più sensata e utile a questo è quella di utilizzare il finanziamento Cipe per migliorare la via Pontina, evitando sprechi, danni all’ambiente e all’agricoltura, e restituendo in tempi relativamente brevi ai cittadini una strada sicura ammodernata».
«Lo scempio ambientale e sociale che questa opera rischia di produrre nel territorio della nostra regione è drammaticamente noto a tutti - ricordano Bonelli e De Petris - 4.500 aziende agricole danneggiate o distrutte dal passaggio della nuova autostrada. 1300 gli ettari di territorio cancellati con conseguente ricaduta occupazionale. 30 milioni di metri cubi di terra sbancata. Nel tratto che interesserà il Comune di Roma, il tracciato prevede il mostruoso viadotto sul Tevere in piena Riserva del Litorale, l’autostrada trancia l’intera valle di Mezzocammino e la Riserva del Quartuccio, aree di grande valore ambientale e archeologico, miracolosamente sopravvissute all’urbanizzazione selvaggia del Torrino e di Malafede. Proseguendo nel suo tragitto, il tracciato interesserà i Monti Ausoni e il parco dei Monti Aurunci e taglierà in due il bacino idrografico del Lago di Fondi, danneggiando così la sorgente Mazzocco che rifornisce di acqua i comuni di Gaeta e Formia».
«Senza poi contare – concludono Bonelli e De Petris - le procedure di infrazione relative all’affidamento dell’opera ad Arcea Lazio Spa per la progettazione e realizzazione del Corridoio tirrenico. E quelle di valutazione di impatto ambientale presentate dai Verdi e dagli ambientalisti. numeri stimati dei flussi di traffico previsti sul corridoio tirrenico sono di 24.989 veicoli teorici giornalieri medi al 2010 si attestano sui 38.706 al 2020, mentre nel 2030 ne sono previsti 48.082. È fin troppo evidente che questi numeri non giustificano la realizzazione di una nuova autostrada».
Elisabetta Rizzo
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