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Latina. Le Simone candidate per Rifondazione Comunista? Antonio Pennacchi: «Parisella pensasse ai fatti suoi. Io che Madonna c'entro?»
«Ferdinando Parisella pensasse ai fatti suoi. Perché deve tirare in ballo me, per prendersela
con le ostagge appena liberate? Che madonna c'entro?», pare abbia dichiarato Antonio Pennacchi
in riferimento alle provocazioni di Parisella su ParvapoliS di ieri. Per completezza
dell'informazione, però, forniamo di seguito (per gentile concessione) la versione integrale dell'articolo che
- sulla specifica questione - Pennacchi aveva già pubblicato sull'Indipendente
del 15 settembre 2004, ben prima, quindi, della liberazione, quando anzi s'era diffusa
la voce che le cose stessero volgendo al peggio. Il titolo era:
"Le due Simone - Decalogo dell'indignazione"
«Primo: io questo pezzo non lo volevo fare. Me lo hanno imposto.
Secondo: per me in Iraq era meglio che non ci fossimo andati.
Terzo: una volta che ci vai, non è che dopo te ne puoi tornare a casa.
Quarto: l'uomo è una bestia, il Male assoluto, e tutto il corso della Storia non è che il tentativo di elevarsi oltre questo Male, ma il cammino è lungo, ci vorranno milioni d'anni.
Quinto: l'uomo è una bestia ma è convinto d'essere un angelo. Chiunque uccide crede d'avere ragione, sennò non lo farebbe, è lui che si sente vittima. Pure il mostro di Firenze, pure Osama bin Laden e Nadia Lioce. Ma anche George Bush e padre Reginaldo Giuliani (non i Giuliani di Genova). Credono di doversi rifare, o di giocare d'anticipo. Chissà, magari, che gli hanno fatto da piccoli.
Sesto: la pietas è per tutti, dagli ostaggi a quelli di Beslan, dai morti sul lavoro a quelli che s'ammazzano perché la moglie gli mette le corna. La pietas è per me, che per continuare a vivere non posso fare altro che scrollarmi di dosso il loro pensiero. Siamo tutti povere bestie, scagliate violentemente nell'esistenza. La colpa è di Dio, come dice Eco.
Settimo: speriamo che le ostagge se la cavino, ma speriamo che se la cavino pure tutti gli altri, ostaggi o non ostaggi, italiani o turchi, americani o iracheni, marziani o bergamaschi. Le ostagge un po' di più, sennò l'Indipendente s'incazza, perché sono italiane, volontarie non profit e femmine, e oltre al rischio che le ammazzano c'è anche quello che le scopano, assai più grave al paese di Maria Goretti.
Ottavo: sono sempre stato per l'unità nazionale, anzi sarei proprio per un governo D'Alema-Fini - An e Ds uniti nella lotta, contro i dc e l'antiStato - però non ho capito perché Berlusconi l'ha invocata, e quelli gliel'abbiano data, solo per le ostagge. Non si poteva fare prima? Per decidere l'intervento, le linee da seguire, la politica estera, il sequestro dei mercenari, quello di Baldoni? No, solo per le ostagge, perché missionarie della pace. Quei coglioni di iracheni non hanno capito che erano lì per il loro bene. E allora baci e abbraccia tra Berlusca e Bertinotti.
Nono: è un'assurda - ma pressante - costante della Storia che tutte le civiltà inferiori non abbiano mai saputo di esserlo. Questi coglioni credevano d'essere superiori loro. C'è sempre dovuta venire da fuori la civiltà superiore a dirglielo, con le buone e le cattive (con tutte e due, non con una sola): eserciti e cannoni, ma anche mercanti e missionari, e opere di bene. Poeti, eroi, filantropi e guerrieri. Prima gli uni e dopo gli altri. O viceversa. E quei coglioni non hanno mai saputo fare tante distinzioni. Anzi, mangiavano prima il missionario.
Decimo: onore alle ostagge, ma onore anche a Quattrocchi, a Baldoni e agli operai che ogni mattina vanno a lavorare. Speriamo che tutto vada bene, ma è pure vero che ognuno si cerca il proprio destino. Anche le prestazioni ipererogatorie, secondo Croce, in ultima analisi non rispondono che a una pulsione benefica strettamente individuale».
Mauro Cascio
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