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Latina. Doolin Street. I tombini con la scritta Littoria. Il Fiore di Luce di Littoria (incenerito da un fulmine venuto giù dal cielo plumbeo di Littoria)
Caro Mauro, poiché affetta da "para-influenza da stress da tempo incerto" (lo ha detto il Tg2
che si chiama così), ovvero da senso di spossatezza e voglia di andare a dormire presto la
sera, ho trascurato la mia consueta pinta di Guinness al Doolin. È stato quindi mentre
sorseggiavo la mia camomilla sul letto, destreggiandomi tra i vari canali televisivi
(dove apprendevo per l'appunto dell'esistenza della para-influenza), che mi arriva l'sms di
un opinionista locale "Perché devi raccontare solo le cose ridicole di Latina, ce ne
sono tante belle". Un po' scontato il nostro opinionista, che ci vuoi fare ho conoscenze
di questo calibro, mica come te, Andrea Apruzzese e Mauro Cascio. Comunque, gentile
opinionista locale, visto che siamo in vena di originalità ti regalo uno dei più formidabili
scoop che ogni tanto sale agli onori delle cronache nazionali, ovvero: sui tombini di
Latina c'è ancora scritto Littoria. Embé? Si chiede in genere chi a Latina ci vive da
sempre, che c'è di strano? Si vede che le fogne le hanno fatte quando è stata fondata Littoria.
E che quando gli hanno cambiato nome non hanno cambiato i tombini. O se li sono scordati.
O non gliene è fregato niente. Comunque pensa che casino se Finestra gli rimetteva
veramente nome Littoria. A quel punto i tombini erano a posto e su tutto il resto
ci dovevamo subire un "pezzo di colore" al giorno. E quando digitavano su Internet
alla voce Littoria sarebbe uscito subito che era la nostra città e non avremmo
avuto la sfilza di America Latina o danza latina o grammatica latina. E il Kiwi
si sarebbe chiamato Littoria. E il Fiore di Luce avrebbe illuminato il cielo di Littoria.
E forse dal cielo di Littoria sarebbe sceso un fulmine ad incenerirlo. Questo sì che
sarebbe un bel pezzo da scrivere.
Maria Corsetti
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