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Roma. I poteri della mente e gli stati di coscienza. Luigi De Marchi: «Ogni fede risponde alla paura della morte. E non ammette alcuna alterità»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Luigi De Marchi, saggista, autore di classici
del calibro de "Il Manifesto dei Liberisti" (Seam) e "Lo shock primario. Le radici del fanatismo da Neandertal alle Torri Gemelle" (Rai-Eri),
uno dei relatori
del convegno del Rito Scozzese "I poteri della mente e gli stati di coscienza".
Qual è il potere della mente? «Il potere della mente consiste nella capacità unica
dell'essere umano di indagare le leggi che governano l'universo, la natura, la sua
stessa vita ma anche di progettare, forse persino un riorientamento di queste leggi.
Come dicevo credo che la vita si sia evoluta attraverso milioni di anni su un eterno
conflitto tra ciò che tiene la vita e quello che i latini intendevano con "omnes erga
omnes" oppure con "mors tua vita mea": la tua morte è quella che dà a me la vita, e tutti
noi viviamo perché abbiamo divorato altri esseri viventi. La cosa direi che non è
molto allegra. Con buona pace degli ecologisti, potrei dire che la natura è quasi nazista
perché nella natura vige la legge del più forte e credo che quello che l'uomo ha dato
al mondo, all'universo è appunto questa gamma di sogni splendidi, sogni di felicità,
di compassione, di solidarietà, di bellezza. Ecco, l'universo è una cosa bellissima
ma è anche un orologio a cucù: prevedibile in ogni virgola, una gigantesca esplosione
e implosione continua di materia. Credo che sarebbe una cosa insensata se noi gli togliessimo
i sogni dell'essere umano. Io ho profondo rispetto per l'essere umano. È grave, dottore?».
La mente va quindi indirizzata nel modo giusto...
«Il che non è facile. Anche la mente è figlia della sua storia e preistoria.
Il nostro secolo ha per suo grande tabù la morte. La morte ha persino sostituito il sesso.
Una volta dicevamo ai nostri figli che erano nati sotto un cavolo, oggi diciamo che il nonno
è andato in America. Ebbene, per sopravvivere a questa angoscia, a questa paura gli uomini
hanno inventato le fedi, erigendo al contempo delle barriere contro gli altri esseri umani.
Ed ogni società si è ritenuta detentrice della vera fede, dell'unica vera chiesa capace
di garantirgli l'immortalità. Il risultato è che gli altri gruppi umani sono percepiti
fedi perdenti, di "dei falsi e bugiardi", fedi da abbattere sterminando gli infedeli e
i miscredenti. E le ultime delizie di questa mentalità, di questa concezione le stiamo
purtroppo vedendo anche oggi». Lei nel suo intervento ha detto: "L'Essere Umano, questa
formichina aggrappata a una scheggia macroscopica di materia ruotante nel cosmo tra miliardi di
stelle e frullati di galassie, può essere l'iniziatore di una vera e propria Rivoluzione
Cosmica potenzialmente capace di umanizzare le leggi spietate che finora hanno governato
la vita dell'Universo e la sua evoluzione". Una rivoluzione da lei auspicata...
«Sì. Penso che sia possibile. Il problema è io credo quello di trovare o di ritrovare l'orgoglio
del pensiero umanistico, del pensiero liberale e di liberare il genere umano dalle trappole
del pensiero unico».
Sara Fedeli
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