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Roma. I poteri della mente e gli stati di coscienza. Paolo Lucarelli: «A cattolici e islamici diamo una pillola. Vanno curati non ammazzati»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Paolo Lucarelli, scrittore e saggista.
In occasione del quarto convegno annuale del Rito Scozzese dedicato a "I poteri
della mente e gli stati di coscienza" ha tracciato un'attenta analisi delle testimonianze
di diverse tradizioni spirituali e religiose degli ultimi duemila anni, dallo yoga
al taoismo, dal tantrismo alla Qabalah e al misticismo cristiano, dal neoplatonismo
all'ermetismo rinascimentale. Il suo intervento era intitolato "Vuotare la mente,
riempire il ventre". Cosa vuol dire? «È una citazione da Tao Te Ching. L'idea è:
vuotare la mente da tutti i pensieri consci, discriminanti, volontari che non riusciamo
a controllare e riempire il ventre con l'assoluto, con l'energia cosmica, la realtà assoluta».
E lei ha trovato una raffigurazione di questo concetto nell'immagine del Buddha. Ci vuole
spiegare meglio? «Lui è l'illuminato che ha raggiunto questa condizione. Voi vedete
questi Buddha obesi, con l'occhio bue e stralunato. Sono stati liberati dal pensiero
raziocinante e si sono "riempiti" della totalità».
Ma lei sostiene che sia comunque importante raggiungere mete meno ambiziose...
«Io credo che il vero obiettivo sia di liberarsi della mente banale, del pensiero
consuetudinario. E a voler essere onesti noi neanche pensiamo, noi siamo pensati.
Lei non può scegliere i suoi pensieri, al massimo può scegliere tra i pensieri che le vengono
in mente ma a volte non può fare nemmeno quello. Liberarsi da questo è un vecchio
obiettivo molto antico, partendo da Patanjali, Sant'Ignazio di Loyola, San Giovanni
della Croce, Plotino, lo Zen, il Chan cinese. Tutti si pongono lo stesso fine.
E le moderne neuroscienze, e il convegno del Rito Scozzese ha ospitato alcuni
illustri docenti universitari di questo particolare campo di studi, ci stanno
spiegando come capita questo. È un fenomeno
che riguarda l'amigdala, la parte più arcaica della mente, quella struttura del sistema
limbico che è in relazione con gli aspetti emotivi del comportamento, e
quando finalmente ci si libera
dal pensiero conscio entrano in gioco queste vecchie parti celebrali. Il problema
è chi ha vissuto questa esperienza è chiamato poi a descriverla con la mente conscia
e finisce per darne spesso una interpretazione religiosa. Escono e dicono: ho visto Dio.
E poi, dopo aver predicato il loro messaggio, cominciano a predicare
che bisogna ammazzare tutti quelli che non sono d'accordo. Ed è un problema. Quindi
da una parte è una cosa ottima, un fenomeno biologico che andrebbe investigato con
maggiore attenzione, ma dall'altro fino ad adesso sembra che abbia provocato solo disastri».
Ma per lei è un processo individuale o ha a che fare anche con la genesi delle fedi
religiose e delle credenze, e quindi riguarda la collettività del genere umano...
«Sembra che sia un processo collettivo dell'homo sapiens. Una delle interpretazioni degli
scienziati moderni è che l'homo sapiens, essendo il primo ad avere avuto la coscienza
della morte, sua e dei suoi cari, abbia sviluppato cerebralmente questo tipo di esperienze
religiose perché queste gli permettono di superare l'ansia esistenziale. Altrimenti non
sarebbe sopravvissuto all'idea che lui e la sua famiglia sarebbero morti: si sarebbe messo
lì aspettando qualcosa o qualcuno per farsi ammazzare. Invece, geneticamente, l'idea
della sopravvivenza dopo la morte aiuta a vivere, ha questa primaria valenza.
Ed è importantissima la scoperta che questo fondamentale aspetto genetico avviene
nell'amigdala, in un punto del cervello estremamente vicino a quello dell'aggressività.
Nei primi esperimenti sul cervello, ormai classici, si asportarono le strutture limbiche
racchiuse nei lobi temporali delle scimmie, le quali ebbero notevoli modificazioni comportamentali,
in quanto non manifestarono più alcun segno di paura o aggressività. Questa estrema docilità
è causata nelle scimmie dal danno apportato ad un'unica struttura limbica, l'amigdala, appunto.
Quando si asporta l'amigdala della scimmia dominante in una gerarchia sociale, l'animale non
lotterà più per il dominio e piomberà in fondo alla scala sociale. Attualmente sappiamo che
le lesioni o le stimolazioni elettriche dell'amigdala incrementano o diminuiscono il comportamento
aggressivo, a seconda delle zone specifiche che vengono colpite. Due studiosi americani
hanno descritto una giovane donna di nome Julia che manifestava un'attività elettrica
abnorme nell'amigdala, prima di esibire episodi di comportamento aggressivo. La donna si alzava
improvvisamente, si metteva a correre, socchiudeva gli occhi, mostrava i denti e stringeva
i pugni. Mentre si trovava in uno di questi stati, Julia conficcò un pugnale nel petto
di una ragazza che si trovava nella toilette delle donne in un cinematografo. Fortunatamente,
questa si mise a gridare e fu salvata. Alla fine le venne praticata una lesione nell'amigdala
e l'intervento ridusse notevolmente la frequenza di tali episodi. Anche molti serial
killer presentavano tumori in prossimità dell'amigdala.
Sembra che sia quasi impossibile separare i due fenomeni, quello del fanatismo
religioso da quello della violenza. Uno ha una visione religiosa
e immediatamente dopo gli viene voglia di ammazzare qualcuno. Riuscissimo a gestire
la cosa serenamente risolveremmo tanti problemi di oggi. Se mi passate una battuta:
io non credo che risolviamo il problema di Al Qaeda facendogli la guerra o sostenendo
che il cristianesimo è superiore all'Islam. Se noi gli dessimo, a entrambi, una pasticca
tutte le mattine – perché si cura sta roba: è una forma di leggera epilessia – vedrete
che cristiani e islamici guariscono, gli passa. Qui si tratta di curarli, non di ammazzarli.
È una leggera malattia mentale, che magari è stata utile per la sopravvivenza della specie,
ma non ci serve più e sta diventando pericolosa. E allora conosciamo il male, conosciamo la
cura, abbiamo delle medicine ottime che costano pure poco. Gliele diamo e passa tutto.
E anche quando qualcuno vede Padre Pio o ha parlato con la Madonna di Medjugorie, gli diamo
una pillola. E vedrete che non avremo più problemi».
Sara Fedeli
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