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Terracina. La rivincita di Marco Liquori. Accusato di doping, il ciclista fu abbandonato anche dalla società. Ma i suoi erano problemi fisiologici

Si è svolto il 24° Trofeo Fiaschi Cav. Alfredo che ha visto ai nastri di partenza ben 130 corridori tra cui il campione italiano Eros Capecchi e la forte Nazionale Russa venuta in Italia per affinare la condizione per i prossimi campionati del Mondo il 2 ottobre a Verona. La corsa è stata sostenuta sin dai primi km, anche se il forte vento ha condizionato la gara. Oltre al vento l'altra asperità di giornata consisteva nello scalare per ben sei volte la Rocca uno strappo di un km al 15%. Il gruppo è rimasto compatto per i primi due giri poi dopo il terzo giro si rileva la fuga che ha condizionato la gara una quindicina di corridori, infatti, si avvantaggiavano guadagnando una manciata di secondi sul resto del gruppo. In seguito dalla fuga dei quindici si sono sganciati tre atleti Marco Liquori di Terracina della Borgonuovo Milior, Martin della Rimor e il Nazionale Russo Ivan Rovini. I tre di comune accordo guadagnano un discreto vantaggio che gli consentirà di arrivare all'arrivo. Nell'affrontare l'ultima volta la rocca Liquori lancia l'attacco staccando il connazionale Martin, ma paga lo sforzo negli ultimi 50 metri dove il Russo lo passa guadagnando pochi metri. E così l'arrivo, non di molto si vede arrivare il Nazionale russo con pochi secondi di vantaggio davanti al Laziale Marco Liquori, al terzo posto se lo aggiudica l'altro nazionale Russo Kritskiy che con un grande sforzo ha raggiunto l'altro italiano Martin della Rimor. Il rammarico forte di Liquori: essendoci parecchi partecipanti alla gara i quali faranno parte ai mondiali lui li ha messi in fila tutti, deve restare a casa, per forze maggiori e non poter disputare i Mondiali a Verona (Selezionato già da qualche tempo dal CT Giancarlo Montedori della Nazionale Italiana) per la vicenda accadutavi.
Questa è la vicenda che ha vissuto il ciclista Juniores Marco Liquori di Terracina, appartenente alla società ciclistica Borgonuovo Milior con il rammarico di non essere stato tra i ragazzi che hanno disputato i Mondiali a Verona. «Ero selezionato il 2 luglio dalla Nazionale Italiana per la trasferta in Austria, gara a tappe d'interesse Internazionale della durata di tre giorni. Alla vigilia della trasferta ero sottoposto come di consueto al protocollo australiano, un controllo cui sono sottoposti i ciclisti per la tutela della salute. Il quale non è nient'altro che un calcolo matematico dei valori ematici del sangue, quindi ematocrito, emoglobina, recettori solubili della trasferrina, reticolociti ecc. Circa un'ora dalla partenza della prima tappa mi è stato comunicato di non poter partecipare alla suddetta gara in quanto i valori riscontrati dal protocollo erano superiori alla norma. Precedentemente in analisi fatte in mesi addietro avevo riscontrato valori alti del sangue soprattutto ematocrito ed emoglobina rispettivamente a 50 e 17 così ho eseguito una serie d'analisi una settimana per quattro settimane per controllare tale fenomeno; i risultati sono stati i soliti: valori medio-alti che oscillavano fra il 48 e il 50. Nonostante tutto non ho avuta certificazione sia perché non sapevamo le modalità per la certificazione sia per negligenza da parte di qualcuno. Insomma tornando a prima sono stato invitato a sospendere l'attività agonistica per 45 giorni per tutela della salute e non per squalifica come per il controllo antidoping. Non solo: è stato affermato che se non risolvevo la questione cioè dimostrare che quei valori, in effetti, erano i miei, non potevo più tornare in nazionale e non potevo passare professionista per almeno i primi due anni da dilettante. Dopo queste affermazioni sono entrato nell'angoscia più totale dovevo a tutti i costi venire a capo del problema. In pochi giorni la notizia si diffuse, ero sulla bocca di tutti anche grazie ad alcune dichiarazioni rilasciate dal vice presidente della mia squadra, Regina la quale senza neanche ascoltare la versione dei fatti mi ha infangato estraniandosi dal fatto e additandomi come un dopato per tutelare lo sponsor, la mia immagine era rovinata. Grazie al cielo avevo dalla mia il mio DS Luigi Terrinoni, che non ha mai dubitato della mia innocenza e per lui e per il sostegno della mia famiglia e d'alcuni dirigenti della squadra ho continuato al lottare. Dopo il primo periodo non sapevo a chi appellarmi, in seguito mi sono messo a disposizione del dottor Gaetano Daniele medico della Nazionale Under 23 già noto per aver risolto il caso del dilettante campione italiano Under 23 Visconti. Ho sostenuto una serie d'analisi ma senza trovare le cause di quegli sbalzi. Avevo in sostanza interrotto l'attività sportiva per risolvere la questione. La situazione in ogni caso si è evoluta dopo aver scoperto di possedere una doppia milza (Milza Accessoria), la quale in condizioni di notevole sforzo mi comportava un'attività eritrocitaria più sostenuta rispetto ad un normale individuo, di conseguenza maggior afflusso di globuli rossi. Uno spiraglio di luce si riapriva tanto che ho ricominciato ad allenarmi per rientrare dopo la sosta. Una cosa non ho detto: dopo essermi stato comunicato di dovermi fermare per 45 giorni mi è stato anche detto che al loro termine dovevo ripetere il protocollo australiano e se i valori erano nella norma potevo ripartire altrimenti no. Le procedure intento andavano avanti fino allo scadere dei 45 giorni. Mi sono presentato a Bologna per il controllo e neanche a dirlo i risultati erano gli stessi di quando ero stato fermato 45 giorni prima. A quel punto capito che si trattava di una cosa fisiologica la commissione medica Nazionale non mia ha dato altri 45 giorni di sospensione ma mi ha fermato in maniera indefinita almeno fino a che non avevo il dovuto certificato. Intanto il CT della Nazionale Juniores Giancarlo Montedori aveva manifestato il massimo interesse, nonché fiducia per la questione tanto da potermi riconvocare in Nazionale se avessi risolto in tempo le pratiche. Purtroppo siamo andati avanti per un altro mese, fino che dopo circa 30 analisi effettuate lungo tutto l'arco del tempo grazie al dottor Gaetano Daniele e alla Medicina Nucleare siamo risaliti alle cause. In seguito la commissione Medica della FCI e UCI mi ha rilasciato il certificato,la quale cita: "Pertanto, in considerazione del fatto che è stata individuata una causa fisiologica responsabile dell'alterazioni dei Suoi parametri ematici, per lei, allo stato attuale, non sono applicabili tutte le limitazioni conseguenti ad eventuali alterazioni degli algoritmi di calcoli previsti dal modello di controllo della funzionalità eritropoietica proposto da Parisotto e coll. (cosiddetto protocollo australiano) ed il suo valore massimo di ematocrito stabilito a 5. Ed io dopo il 2 luglio sono ritornato alle gare il 19 settembre. Ovviamente sono state cancellate le sospensioni. Un ringraziamento speciale va a tutte le persone che hanno sempre creduto in me e mi hanno dato una mano per uscire da questa brutta situazione: da mio Padre, il mio DS Luigi, Mario, il dottor Gaetano Daniele e tutto lo Staff della Nazionale.

Elisabetta Rizzo


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