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Latina. Fecondazione assistita. Raccolte il doppio delle firme. Daniele Capezzone: «Ma Wojtyla non perde occasione per confermarsi un mullah»

«Oggi non vale davvero la pena di dedicarsi alle leggina-truffa, o ai piccoli tentativi di piccoli politici italiani per impedire o ostacolare l'esercizio dei diritti costituzionali dei cittadini». Commenta Daniele Capezzone, segretario dei Radicali Italiani: «Oggi occorre prendere atto che, con l'intervento del Papa alle "Settimane sociali", l'ingerenza vaticana nella vita civile e politica del paese tocca punte mai raggiunte, perché viene elevata a teoria, a metodo, a necessità. Dunque, il capo dei cattolici afferma che, "benché la democrazia sia consolidata in Italia", vi sono "rischi e minacce" a causa dell'avanzata di "correnti filosofiche, visioni antropologiche o concezioni politiche non esenti da preconcetti ideologici". E poi l'attacco al "relativismo", che richiama il vero e proprio anatema contro il liberalismo scagliato qualche estate fa nella sua Polonia, semplicemente (e, dal punto di vista di Woytjla, tragicamente) incamminata lungo il sentiero della libertà e della secolarizzazione. È l'ora di dire che la misura è colma. L'invadenza di gerarchie ecclesistiche che pretendono di dettare tempi, modi e contenuti del dibattito civile; un ceto politico genuflesso e inconsapevole, fatto di zuavi pontifici, più che di eletti della Repubblica; un sistema mediatico che insinua in ogni ambito del discorso pubblico una tonaca per distinguere il "vero" dal "falso": tutto ciò fa dell'Italia un caso unico nel mondo occidentale. Non c'è un solo paese del mondo progredito, una sola democrazia avanzata dove tutto ciò sarebbe appena immaginabile. Che dice il Presidente della Repubblica Ciampi? Come rispondono i Presidenti delle Camere? Hanno intenzione di tutelare la dignità delle istituzioni repubblicane? Per parte nostra, ribadiamo sempre più decisamente: "No Taliban, No Vatican"».
E sull'argomento è intervenuto anche Marco Beltrandi, della Direzione nazionale di Radicali Italiani. «Da qualche settimana, cioè da quando i radicali con le loro iniziative referendarie e non violente a difesa del diritto dei cittadini a conoscere per deliberare, sono finalmente riusciti ad aprire nel paese un dibattito sulla fecondazione assistita e sulla ricerca scientifica sulle cellule staminali embrionali, capita sovente di leggere – come accade su Avvenire a firma Piero Pirovano,- che la Rai sarebbe divenuta (solo oggi) parziale in quanto avrebbe ospitato le tesi di coloro che sono favorevoli all’abrogazione della legge 40/2004 "violando il dovere all’imparzialità". Mi pare che Pirovano e altri ignorino la condotta della Rai in questi anni nei confronti della chiesa cattolica: esistono da anni diversi programmi ( come ad esempio “A sua immagine” su RaiUno) in cui si esprimono esponenti della chiesa cattolica senza contraddittorio alcuno su tutti i temi della politica italiana. Non solo, ma il 20 settembre 2004 i radicali hanno presentato e pubblicato dati sulle presenze televisive della chiesa cattolica: dal 1 gennaio 2004 al 17 settembre 2004 esponenti della chiesa cattolica hanno parlato in trasmissioni Rai per complessive 66 ore circa, mentre se si considerano le interviste nei Tg Rai nello stesso periodo esse sono ben 674 (fonte : Centro di Ascolto dell’Informazione Radiotelevisiva), dati che non possono essere vantati da alcun partito italiano. E questo senza tenere conto della presenza televisiva dei molti esponenti politici contrari a modificare la legge 40/2004 e che sono intervenuti a sua difesa. In ultimo è bene osservare come gli obblighi alla imparzialità (violata come abbiamo visto da sempre) derivano alla Rai da precisi obblighi di legge, e non da "Carte" approvate dall’Ordine dei Giornalisti; sono i cittadini italiani a dover essere risarciti della informazione fortemente sbilanciata a favore degli esponenti della chiesa Cattolica, non viceversa».

Elisabetta Rizzo


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