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Roma. Libertà di Ricerca Scientifica. Luca Coscioni: «Io ho perso la mia libertà personale. A tanti malati come me viene tolta pure la speranza»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Luca Coscioni, presidente
di Radicali Italiani in occasione della sessione costitutiva
del Congresso Mondiale per la Libertà di Ricerca Scientifica,
all'indomani dell'obiettivo (raggiunto) della raccolta di firme
per il referendum contro la legge sulla fecondazione
assistita.
«Sono affetto da nove anni da sclerosi laterale amiotrofica.
Una malattia che lascia intatte le facoltà dell'intelletto e
distrugge tutto il resto. È una malattia neurodegenerativa che
provoca la distruzione dei motoneuroni, ossia le cellule
nervose del midollo spinale che controllano la muscolatura
volontaria e consentono quindi il movimento. La sclerosi
laterale amiotrofica costringe chi ne è affetto alla progressiva
ed inesorabile immobilità fino a causarne la morte.
Non mi sento libero. Non sono libero. Non posso camminare
con le mie gambe. Non posso parlare con la mia voce. Non
posso mangiare con la mia bocca. Non posso veleggiare con il
mio catamarano giallo verso l'isola del giglio.
Il mio bene più importante, la libertà personale, l'ho perduta.
La malattia mi ha sottratto il vento e l'energia magica.
La realtà nella quale vivo lascia poco spazio alla libertà e alla
speranza. E non mi è di conforto sapere che la maggior parte delle
persone non è libera pur potendolo essere. Come presidente
di Radicali Italiani e dell'associazione che porta il mio nome
cerco di portare avanti questa battaglia: per la libertà di scienza,
ricerca, coscienza. Un valore che non può essere teorizzato
ma semplicemente vissuto. Abbiamo depositato in Cassazione oltre
un milioni di firme di cittadini italiani che desiderano abrogare
la legge 40 del 2004 che, tra l'altro, vieta la ricerca sulle
cellule staminali embrionali. Il governo italiano si è adeguato
così alla morale della chiesa cattolica che considera la cellula
embrionale un essere umano. Così i fondamenti etici di una parte
della società, quelli della chiesa cattolica, sono diventati
legge per tutti, per l'intero paese. Ora avranno salva la vita
quelli che il Vaticano chiama un "esecito di esseri umani" che
in un bagno di azoto liquido a circa 180° attende di riprendere il
proprio cammino di sviluppo e di crescita. Eppure quegli embrioni
potrebbero essere l'esercito della salvezza per tantissimi malati
affetti da patologie oggi incurabili, tra cui la mia. Ma anche
il Parkinson, il diabete e molte altre. E la ricerca scientifica,
fuori dall'Italia, sta avanzando. La sperimentazione potrà
partire già dalla prossima primavera. I ricercatori potrebbero
studiare l'esatta dinamica della degenerazione dei motoneuroni.
Ma la chiesa non è d'accordo».
Elisabetta Rizzo
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