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Latina. Doolin Street. ParvapoliS socialmente utile. Per chi si fosse perso il giocoliere del Circo accanto al Fiore di Luce. Il potere dell'Arte...

A Mauro, ma questi non se fermano davanti a niente! Finirò per amarli, in omaggio alla loro temerarietà. Per quel senso dell'umorismo, per quel prendersi in giro, per quella magnifica contraddittorietà che non può che essere voluta. È troppo per nascere spontanea. Il materiale non mi è mai mancato, ma questa settimana ho provato un serio imbarazzo nel dover scegliere la foto. C'è di tutto. Dalle rotonde della nostra città addobbate da giocolieri in simil-cartone, ai gazebi che spuntano fregandosene dell'impianto razionalista delle piazze. Alla fine - per la foto - si imponeva la scelta e non poteva che privilegiare Lui, il Nostro, il Fiore di Luce. Ma questa è solo l'overture, nelle prossime settimane ci sarà spazio per tutti. L'altra sera ero sintonizzata su Radio 24, quando ti sento la conduttrice dell'Utopista che commenta il Bar del Ghiaccio a Milano (un luogo a meno cinque gradi, interamente fatto di ghiaccio, dove per entrare devi indossare la coperta termica, pensa che ficata). Per carità, può essere divertente, ma dire addirittura che non vedeva l'ora di andarci (questione di gusti) e che 'ste cose si fanno solo a Milano (per fortuna) mentre nelle altre città niente, figuriamoci a Roma (come se Roma nella sua travolgente bellezza avesse bisogno del Bar del Ghiaccio). Tutto questo per dirti che il Bar del Ghiaccio va sulle cronache nazionali, mentre il nostro Fiore di Luce rimane confinato a quelle locali. Non è giusto. Adesso se l'artista che l'ha realizzato si altera ha ragione. L'allegro giocoliere che hanno messo accanto al Fiore rischia di catalizzare l'attenzione e di distoglierla dall'opera prima della città. Perché a noi può non piacere, possiamo discuterne, ma non ci sogniamo affatto di contaminarla con effetti pubblicitari. O divulgativi. Se l'autore ritiene di aver creato un'opera d'arte, dovrebbe impedire che sia affiancata - così da vicino, praticamente ci si appoggia - da quello, che pur nella particolarità della forma, è un cartellone pubblicitario. Ma tu ce lo vedi un giocoliere attaccato alla Pietà di Michelangelo? Allora la conclusione è ovvia: l'artista se ne frega. Eppure Ignazio Raimondo - martedì scorso - sulle pagine di Libero ne ha parlato. Insomma la cosa non è sfuggita. Forse l'artista è all'estero e non ha letto Libero. Speriamo che si colleghi ad Internet così legge Doolin Street e si ribella a tanto scempio. Sulle altre due rotonde che ospitano il giocoliere, che dirti. Tutto sommato fa colore. Certo chi viene da fuori non può sapere del Festival del Circo. Magari pensa che siamo tutta gente allegra, con uno spiccato senso dell'ospitalità, pronti a stampare un sorriso sul volto del visitatore. Altro che Bar del Ghiaccio milanese. In tutto questo tripudio di birilli, è stato miracolosamente risparmiato Largo Caduti di Nassirya. Però anche qui - con tutto il rispetto per il commercio - qualcosa di nuovo è nato. Ma come, la base del monumento non poteva essere triangolare per non turbare l'impianto razionalistico di Piazza della Libertà ed il gazebo a dieci metri non dà fastidio? Bello, non si discute, ma architettonicamente che c'azzecca con tutto il resto?
PS. Per i lettori che non lo sapessero, Doolin Street viene pubblicato il sabato, ma molto spesso viene scritto più di qualche giorno prima, magari dopo un'abbondante bevuta di Guinness al Doolin. Che è successo: nelle more tra lo scritto ed il pubblicato, il giocoliere è stato rimosso dalla posizione che vedete in foto per essere ostracizzato nella rotonda piccolina adiacente la rotonda più grande dove impera il nostro Fiore di Luce. Noi abbiamo scelto di pubblicare comunque il pezzo per due motivi: 1. L'accoppiata Fiore-Giocoliere non deve essere dimenticata e così consegnamo la foto all'eternità della rete (mettendola esplicitamente a disposizione di chi volesse utilizzarla). 2. Non è vero che gli artisti locali non contano un cazzo.

Maria Corsetti


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