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Latina. Terme, scandalo dopo scandalo. Legambiente sull'affaire che imbarazza Zaccheo: «Debiti, pignoramenti, sequestri e vincoli ignorati...»
«C'è anche un aspetto grottesco in tutta la vicenda delle Terme di Fogliano e dei suoi
sviluppi giudiziari». Spiega Legambiente:
«I pozzi che sono stati realizzati tra 1997-98 e che dovrebbero (ormai solo in teoria)
costituire l'embrione del futuro stabilimento termale, sono stati realizzati in una
zona classificata dalla Regione Lazio come Sito di Interesse Comunitario (SIC) e pertanto
soggetto ad inedificabilità assoluta, ovvero "abusivi".
Il luogo dove sono stati realizzati i pozzi, in realtà, sarebbe interessato da un altro
vincolo molto restrittivo, quello introdotto dal c.d. Decreto Galasso relativo alla fascia
di salvaguardia di 300 metri dalla linea di battigia delle spiagge e dalle sponde dei laghi
e regolamentato dall'art. 6 della Legge regionale del Lazio n. 24/98, il quale prescrive
un indice massimo di edificabilità per queste aree di 0,001 mc/mq, compresa la cubatura
già esistente.
Visto che i pozzi si trovano a circa 100 metri dalla sponda a nord del lago e considerato
che quell'indice dovrebbe essere tuttora in vigore, le future (o futuribili) Terme di
Fogliano, dovrebbero avere le dimensioni di ……una capanna (con due pozzi al posto dei cuori);
a meno che (sarebbe geniale a questo punto), non si realizzino dei nuovi pozzi (non c'è
due senza tre), fuori dalla fascia di rispetto. Su questo vincolo comunque, si deve ormai
usare il condizionale, visto il voto di fiducia ottenuto dall'attuale governo sulla legge
delega in tema ambientale ed approvata a maggioranza dal Senato la scorsa settimana.
La legge-delega prevede appunto la possibilità di concedere sanatorie anche per abusi
realizzati nelle suddette fasce di rispetto. I pozzi sarebbero quindi "sanabili", ma le
future Terme?
Più arduo sembra il compito rispetto al SIC, essendo, in ultima istanza, l'Unione Europea
a dover dire l'ultima parola.
L'area in questione è l'ultima propaggine a nord del SIC classificato con la sigla IT6040012
(la cui cartografia è reperibile sul sito della Regione Lazio) ed è ricompresa nella più
ampia area che è stata definitivamente inserita, con il Decreto Ministro Ambiente 3 aprile
2000, nella lista dei siti di importanza comunitaria (SIC e ZPS - zone a protezione speciale)
individuati ai sensi delle direttive comunitarie n. 79/409/CEE (Avifauna) e n. 92/43/CEE
(Habitat). La realizzazione di qualsiasi edificio comporterebbe quindi l'avvio automatico
di una procedura di infrazione alle direttive con ulteriore esborsi economici a carico
della collettività.
L'attuale Giunta Regionale, con una specifica delibera (la n. 257 del 20 febbraio 2001),
ha dato la propria adesione alla Carta di Aalborg sullo sviluppo sostenibile,
impegnandosi pertanto a rispettare tutte le direttive comunitarie in tema ambientale.
Stante a queste indicazioni, allo stato attuale (la Regione Lazio sta comunque
modificando la normativa di riferimento), le Terme non sono realizzabili lì dove
sono stati perforati i pozzi; di conseguenza risulta che il relativo debito
(eventualmente riconosciuto), è stato contratto per una cosa perfettamente inutile.
Un classico, insomma!»
Mauro Cascio
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