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Latina. Cattolici, integralismi e diritti negati. Domenico Cambareri e il caso Buttiglione: «Stiamo lasciando troppi spazi ai circoli clericali...»

L'antifona della sconfitta in seno al Parlamento europeo ha dunque costretto Barroso a più miti consigli. Egli ha deciso alfine, costretto dai numeri, che rivedrà la composizione della sua compagine. Il che significa che innanzitutto dovrà risolvere il grosso problema creato da Buttiglione quale candidato commissario ai problemi della giustizia e delle libertà individuali. In verità, la mia valutazione non coincide alla lettera con quella espressa dall'opposizione nelle sue motivazioni ufficiali, la quale ha voluto significare con la sua bocciatura di Buttiglione soprattutto, o almeno a livello superficiale e d'immagine che "tira", a mio parere, la condanna del non voler riconoscere i diritti degli omosessuali. Questo tema per me rimane coperto da ragnatele di superficiali generalizzazioni, generalizzazioni che impongono di considerare gli aspetti psicologici, affettivi, esistenziali e relazionali degli omosessuali, ma che al tempo stesso impongono di sottacere un dato primario quale è quello delle caratteristiche cromosomiche degli individui, individui che come regola generale della natura sono sessuati secondo la polarità opposta e complementare di maschio e di femmina. È giusto in tal senso che non si può parlare di matrimonio o di unione in sposalizio se non in termini grotteschi e innaturali, e quindi irricevibili. L'allargare l'ambito dei "diritti" soggettivi nell'ambito di quelli oggettivi agli omosessuali deve escludere questo grave errore di base, che è errore contro natura e contro ragione. Nulla vieta poi che si possano promulgare nuove norme che consentano la convivenza legale omosessuale, riconosciuta e garantita. Questa nuova tipologia di stato civile, al tempo stesso, nei suoi oggettivi, ridotti limiti "naturali", non può rivendicare condizioni improponibili, pretendere di invadere il campo in cui i dati biologico e psichico sono espressi senza distonie naturali, non può richiedere assurde, innaturali parificazioni con la coppia normale costituita da un uomo e da una donna, coppia alla quale appartiene con esclusività piena - per condizioni di natura e di conseguenziale linea di diritto - la prole anche sul piano dell'adozione e dell'affidamento (Su questo tema va segnalato il Dossier proposto a pagamento da ParvapoliS lunedì prossimo). Per questo aspetto, le mie valutazioni non sono lontane da quelle di Buttiglione. Il fatto è che la condivisione di certi valori non è tanto "cattolica" quanto è propria ad una dimensione notevolmente maggiore di soggetti, al di là di certi precisi riferimenti religiosi o filosofici. Meno condivisibili mi risultano essere le opinioni espresse dal ministro ex ciellino in riferimento al rapporto obbligante di natura extra-giuridico, e precisamente confessionale, tra uomo e donna. Da dove allora trae origine questa mia condivisione con la scelta di quanti hanno "bocciato" Buttiglione? Essa trae origine dal luogo che ritengo più specifico e più definibile in termini oggettivi, politici, giuridici, filosofici, storici. Essa tra origini dall'aperta invasione di campo che ha inteso sempre operare il capo degli ex cristiano-sociali. Invasione squallidamente supportata dal cinismo e dal trasformismo illimitato della coalizione al governo in Italia che, nata come "liberale" con tinte di "sociale" e di "socialismo riformista", di giorno in giorno è diventata sempre più tetramente legata a pulsioni, a rigurgiti, ad interessi clericali. Buttiglione non ha mai nascosto le sue idee, semmai siamo gli altri che le abbiamo spesso comodamente, dimenticate. Buttiglione, da ex consigliere del papa, ha agito sempre di conserva con questo spirito integralista inteso nei fatti a creare e facilitare le condizioni di deriva sociale e politica in senso confessionale. Pertanto, è bene chiarirsi con i giochi di parole, come in altre occasioni ho ricordato. È bene quindi parlare in questo contesto di clericalismo, integralismo, neo-guelfismo, confessionalismo e non tanto, con un termine affatto generico e generalissimo, di cattolicesimo. In questo, non concordo del tutto con l'illustre professor Severino, il quale, per quanto acuto filosofo e ottimo conoscitore del cristianesimo e del cattolicesimo, ha poco considerato, in un suo recente articolo sul Corriere della Sera, gli aspetti di positiva storicizzazione ormai codificata nella prassi e nella ricezione dei dogmi di una parte consistente dei credenti cristiani. In termini di diretto raffronto fra credente e clericale, possiamo porre l'esempio concreto imposto a noi italiani e agli europei dalla sconclusionata e scellerata scelta del geniale distruttore Silvio Bandana, che ha preferito sacrificare il commissario Monti, da lui a suo tempo scelto, che è un professore con un credo cattolico, a un professionista della politica clericale quale è un professore di filosofia che mette in ogni angolo dell'esercizio della ragione speculativa l'antitetica, prevaricante, asfissiante, arbitraria "fede" che tutto e tutti taumaturgicamente illumina, salvo la ragion filosofica. E qui abbiamo il clericale Bottiglione. La scelta di Silvio, improvvida e miope, dimostra che è in atto un'azione di penetrazione e di irretimento politico condotta a 360° dai circoli clericali. Non so se e fino a che punto gli affari di bassa politica e di passeggere stagioni possano portare adeguato sostegno a condizioni che saranno in grado, cosa che mi auguro, determinare non un vantaggio ma un arretramento elettorale. Non è tuttavia il caso che in appena tre anni Alleanza Nazionale abbia avuto fatto dal gruppo-pilota di Fini un completo lifting oltre a una riplasmatura cerebrale, psichica e affettiva in chiave neo-guelfa (Mussolini, nonostante i suoi madornali errori, si rigira nella tomba; non di meno Gentile; non di meno un altro procacciatore di errori, mai spintosi a tanta spregiudicatezza senza ritorno, Almirante). Anche in Forza Italia, forza verbosamente autoconclamatosi liberale, scoppiano da molti mesi i rivoli e le mene clericali. Infine, non ultimo, per capire l'azione del passante clericale, è di ieri l'arringa dell'avvocatura dello Stato davanti la Corte Costituzionale per l' affaire crocefisso nelle aule. Le parole e i concetti espressi a me risultano di una gravità estrema. Si dimentica per finta che con la nuova stesura del Concordato, e con la ratifica, a far data dal 1985 la "religione" cattolica non è più confessione o religione ufficiale dello Stato. Si dimenticano per finta anche tante altre cose, che cioè, per quanto inserito nella Costituzione, il Concordato non può vulnerare la base stessa della Repubblica, che è quella della laicità e della garanzia e della tutela delle libertà di credo. Mi rimane a questo punto un dubbio: per caso l'amico Silvio Bandana, il Berlusca di Milano, con le sue bande e le sue legioni, ha deciso di tornare alle pratiche devozionistiche dei secoli scorsi, da credulone tutto dare per salvare l'animaccia? È tornato alle pratiche della remissione dei peccati, alla vendita delle indulgenze e alla simonia? Si prepara alla riduzione delle tasse per reintrodurre la decima e la manomorta per la chiesa del papa? Vorrà anche fare il bravo al servizio del cardinale di Milano? E Fini il bravo bravetto brevettato, di chi? Scherzi a parte, l'arretramento dello schieramento politico per il quale mi ero positivamente e convintamene espresso, ha attuato e sta attuando paludamenti pericolosi che non si confanno come mera ridefinizione tattica del dispositivo o come suo apparente ridispiegamento. Siamo in una pericolosa fase di transizione, di passaggio non prevista, non richiesta, quanto imposta. Una fase in cui il passante clericale è in grado di arrecare sconquassi e di danneggiarci ben oltre frontiera. Un motivo in più per mandare il governo trasformista che più trasformista non si può a casa quanto prima.

Domenico Cambareri


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