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Latina. Cattolici a ruota libera. Domenico Cambareri: «Il partito dei papalini più prende schiaffi da tutte le parti e più è agguerrito e cattivo»
Le ulteriori, gravi affermazioni di Buttiglione e di Pera per quanto sospingono e strattonano
verso la polemica e la reattività più aperte alcuni e provocano incredulità, costernazione e
nauseato smarrimento in altri, impongono chiare e decise precisazioni atte a determinare
una definizione e una conclusione effettiva della questione di estrema gravità aperta
da codesti signori. Definizione e conclusione che coinvolgono i massimi assetti istituzionali,
da quello preposto alla custodia e alla difesa della Repubblica, quale è quello del
Capo dello Stato, a quello del capo dell'esecutivo il quale, come capo della coalizione
governativa in carica, garantisce di fatto la maggioranza che assicura il seggio alla
seconda carica della Repubblica, alla terza carica della Repubblica e al ministro Buttiglione.
In base a quanto leggiamo su Televideo, a cui sono da riportare anche le virgolettature,
Buttiglione ha dichiarato che "la libertà degli altri non si rispetta con il relativismo
di chi non crede in nessuna verità". Ancora una volta, dunque, l'ex consigliere del papa
dispensa apertis verbis la sua verità teologale su come va intesa, valutata e governata
la società. Questa affermazione costituisce un affondo conclusivo rispetto a tutti i suoi
precedenti attacchi al sistema della separatezza, terzietà e superiorità della sfera civile
su quella confessionale. Essa mette in discussione gli assetti costituzionali dei modelli
delle istituzioni europee e nazionali e della libertà e della convivenza civili, che a
suo avviso dovrebbero essere subalterne al rilascio di "diplomi" e di "certificazioni"
speciali dispensato dai vigili giudici delle coscienze e dei criteri e delle scale dei valori.
Ancora una volta, dunque, pare proprio che il mondo non ce l'abbia con Buttiglione, ma è
costui ad avercela con il mondo intero non cattolico-bigotto. In questo senso, ormai
libero dai freni imposti prima della perdita dell'incarico di commissario europeo,
Buttiglione rincara la dose in riferimento all'affaire da cui è uscito perdente,
fortunatamente per l'Italia, e dichiara che "l'omosessualità non c'entra" con
l'attacco concentrico che gli è stato mosso. Cosa che coincide con quanto ho
esattamente scritto nel mio editoriale su Parvapolis del 28 ottobre scorso.
Il problema qui è costituito, invece, dall'attacco clericale, dall'attacco
cattolico-integralista alle istituzioni civili nazionali e dell'Unione.
È perciò da chiedere a Silvio Berlusconi, alias Silvio Bandana, se ritiene ormai apertamente e definitivamente incompatibile la carica di ministro della Repubblica ricoperta da Buttiglione con le idee apertamente professate e perseguite da costui. Idee che mettono apertamente in subordine alla scala dei suoi valori l'autonomia dei principi, dei valori, delle norme regolative e dei criteri di condotta delle istituzioni e del popolo italiano. La condizione di recidività dell'aggressione di Buttiglione è infatti ormai cronica e asseverata per sua stessa ammissione, ed è certo che i suoi valori coincidono con il "privilegio" da accordare a una ben precisa fede e a un ben preciso stato
Non meno grave, anzi più grave è il ruolo svolto da Pera, il quale continua a rilasciare dichiarazioni dimostrando di essere un'incontenibile favella o come un torrente in piena. Per di più, egli non si scompone minimamente circa il fatto che lo fa in veste di presidente del Senato della Repubblica, cosa che lo dovrebbe obbligare a un ruolo di assoluta probità e riservatezza. Invece, il presidente del Senato comiziante che ci ritroviamo da un bel po' di tempo in qua, che fa da supporto, stura, spalla, stimolo, piano d'involo, ermeneuta, "giustificazionista" e apologeta di volta in volta alle situazioni e alle valutazioni storiche culturali e religiose e ai personaggi più diversi, ma in particolare al presidente della Camera, a Buttiglione, ad esponenti della gerarchia vaticana, non solo dichiara, come Rocco di mal ventura, che la nuova Europa e la sua costituzione non hanno un'anima, ma che essa ha perso le sue radici. Mal ce ne colga!
Cosa afferma e reitera a perdifiato Pera delle rinnovantesi crociate? Che l'Europa è senz'anima, che l'Europa è scristianizzata, che vi è un "pregiudizio anticristiano". A che titolo dice questo signore queste cose e, soprattutto, in quale veste, con quale ruolo? Pera è un avventuriero gesuita paludato da politico, un miscredente passato a recente conversione, un cinico e perverso maestro nell'arte della strumentalizzazione, un canuto imprevedibile bigotto? Pera scambia le cose i concetti e le pere della scienza con la sua fede, i palazzi repubblicani con le mura leonine e i carabinieri con le guardie svizzere, il Senato con l'accolta della nobiltà papalina, la storia d'Europa con l'alleluia alle mattanze e alle conversioni forzate? A chi risponde Pera, alla Repubblica e al popolo italiano o al papa e all'accolita dei dispensatori di fedi-verità esclusive?
Per quanto la nazione affonda letteralmente in un immenso pantano di problemi, di contraddizioni, di falsi processi riformatori e innovatori; per quanto il contesto internazionale legato ai problemi del terrorismo, delle instabilità, delle insicurezze delle fonti energetiche, della perdurante stagnazione economica e della compressione stipendiale di intere categorie di professionisti pubblici e di lavoratori attanagliano la coscienza civile; per quanto si constata quotidianamente l'incapacità, l'inettitudine, la fellonia, la connivenza di una parte non indifferente della classe politica; per quanto l'incapace sinistra in demagogia è il contraltare perfetto dell'altro polo, è necessario affrontare questo problema non meno grave e ben pericoloso. Il problema del regalo che ci ha fatto Silvio Berlusconi: il governo dell'ancien regime, il governo del papa-re.
Nessuna esagerazione in tutto questo, basta ben guardare; forse Silvio non lo sospettava, neppure se l'immaginava. Ma ormai, a cose fatte, ben fregato e fattici superfregare, non può fare, il distratto, l'orbo, il tonto. Non può pilotare in porto la legislatura, a meno di rendersi completamente complice con il partito e con il governo del papa. Passerebbe alla storia come il Silvio Bendana della banda vaticana. Non sobbarchiamoci qui l'onere di contare quanti ministri e quanti sottosegretari ha questo partito: constatiamo qui due cose, ad abundantiam esaustivi: il presidente della Camera, in questi giorni incredibilmente ovattato, e il presidente del Senato militano in questo partito extraparlamentare, extraistituzionale. Extracostituzionale. Questa cruda, triste constatazione ha a che fare con la libertà di espressione ed è un pregiudizio anticlericale, o dà il "là" per parare il colpo e prevenire il pericolo di una deriva e di una destabilizzazione interna e di un isolamento internazionale?
Domenico Cambareri
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