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Latina. Rifiuti in provincia. Fabrizio Vitali (Verdi): «Quale prese di posizione potranno venire dai Sindaci pontini? Quale sarà la priorità?»

«Sonnino, amministrata dal centro-destra. In poche settimane arriva a differenziare oltre il 40 % dei rifiuti, crea nuovi posti di lavoro, risparmia rispetto al conferimento in discarica e contribuisce, alla gestione ambientale del "problema". Sonnino che è paese di circa 7000 cittadini. Cosa potrebbero fare i grandi Comuni della provincia di latina e la provincia intera?». Riassume Fabrizio Vitali, consigliere provinciale dei Verdi: «Settembre 2002, un ordine del giorno votato all’unanimità in consiglio comunale a Latina dice no ad una eventuale termoinceneritore a Borgo Montello. Ottobre 2004, in provincia di Latina (dove siamo a meno del 5% di raccolta differenziata) si presenta un piano economico di fattibilità per il termoinceneritore che può bruciare 240.000 tonnellate all’anno di rifiuti (se ne producono 300.000) pur asserendo che se ne vogliono bruciare “solo” 100.000 ; l’assessore all’ambiente provinciale asserisce la necessità del termonceneritore e delle stazioni di trasferenza per un importo di circa 250 miliardi di lire e il presidente della provincia vuole localizzarlo a Borgo montello. Contrasta, ed è evidente, non solo il dimensionamento dell’eventuale bruciatore, ma la politica di scelta del bruciatore che funziona a rifiuti e ha bisogno di rifiuti, che senza questi è anti-economico, tutto contrasta con la raccolta differenziata. Differenziata rimasta al 4% in questa provincia per qualche ragione, che non premia quegli amministratori (quasi tutti) che nei propri Comuni e in sede provinciale non hanno lavorato per il risparmio economico-ambientale e per la creazione di nuova opportunità occupazionale. È facile far credere ai cittadini che la soluzione al "problema" rifiuti è il termoinceneritore, non dire loro quali opportunità si perdono, non dire quali rischi si corrono e così gestire o far gestire una mole di quattrini enorme. Quale prese di posizione potranno venire dai Sindaci pontini? Quale sarà la priorità? La “gestione” dell’affare o il bene della collettività? Dovranno anche quegli amministratori oculati abbassare la testa e dire ai propri cittadini che non si poteva fare altrimenti? I rifiuti da problema sono una opportunità se si agisce per conto della collettività sgombrando il campo da tentazioni manageriali. Due impianti di incenerimento laziali a nord e a sud del nostro territorio, Colleferro e San Vittore, non possono lavorare in economia perché al primo mancano 80.000 tonnellate di conferimento annue, al secondo 20.000. La nostra provincia produce circa 300.000 tonnellate all’anno. Il decreto Ronchi impone il termoinceneritore come ultima ratio al trattamento dei rifiuti e al 35 % il minimo da differenziare».

Mauro Cascio


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