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Latina. Baby Gang. Claudio Moscardelli: «Bisogna intervenire con la massima durezza per contrastare questo gravissimo fenomeno...»

L’aumento della criminalità a Latina è sotto gli occhi di tutti e le sparatorie per la Città non sono più il fatto nuovo ed eclatante. Furti di auto e negli appartamenti, scippi, rapine, estorsioni, racket, usura e diffusione della droga, l’omicidio con l’autobomba, sono crimini che colpiscono i cittadini e alcuni di essi hanno assunto dimensioni tali da incidere profondamente sul tessuto sociale della Città. Tra i vari crimini, ve ne è uno che non è più grave di altri, ma colpisce i nostri ragazzi soprattutto i quindicenni, che si trovano nell'età più delicata della propria formazione come persone e come futuri cittadini: mi riferisco alle “baby gang” che taglieggiano indisturbate i nostri figli. Le forze politiche non possono assistere passivamente al “controllo del territorio” da parte di queste bande che minano la sicurezza dei nostri figli e la loro capacità futura di cittadini di reagire alla criminalità, o anche solo ai soprusi. Nonostante le ripetute denunce in sede politica ed istituzionale e qualche reazione effimera, le bande continuano indisturbate a minacciare i ragazzi che debbono piegarsi alle richieste di consegnare telefonini, orologi, maglioni, giubbotti o il motorino, magari poi utilizzato per qualche rapina. Basta! Tutto ciò deve essere contrastato con la massima determinazione e non possiamo scaricare tutto sui genitori, i quali rinunciano alla denuncia formale alle forze dell’ordine per paura di ritorsioni sui figli. Anche quando i cittadini vorrebbero denunciare, magari a rischio della propria persona, spesso vengono dissuasi dal pericolo che ad essere colpiti siano i propri figli. Non dobbiamo attendere qualche eroe che debba subire gravi conseguenze per aver denunciato, in modo che poi si inneschi la reazione. Offriamo ai cittadini un contesto in cui forze politiche, l’amministrazione e le forze dell’ordine si attivino efficacemente per contrastare queste baby gang, i cui componenti sono spesso conosciuti dalle forze di polizia, colpendo ogni comportamento in violazione della legge in modo sistematico e continuativo. Agiamo anche attraverso un’opera di prevenzione dei crimini che vengono consumati in posti ben determinati, davanti alle scuole, nelle zone del centro dove si ritrovano i ragazzi, sollecitiamo tutti gli operatori delle forze di polizia ad agire in modo coordinato per presidiare il territorio: in un nuovo contesto di iniziativa politica e di repressione i cittadini si sentiranno più sicuri e avranno il coraggio di esporsi. Se vi sono carenze di uomini, se vi sono resistenze al coordinamento o sottovalutazione del fenomeno dobbiamo alzare il tiro. È opportuno che venga convocata una conferenza dei capigruppo affinchè venga concordata una comune azione politica e sottoscritto un documento da inviare al Ministro dell’Interno, perché vi sia una pressione ufficiale a che il fenomeno non venga sottovalutato e venga sollecitata un’azione repressiva adeguata. Se non siamo capaci di reagire contro le baby gang, quale credibilità abbiamo nel contrastare la criminalità in generale? Il Comune, da parte sua, dovrebbe promuovere una politica della sicurezza. Le nostre proposte sono : 1) perseguire costantemente, con stanziamento di fondi ogni anno, l’obiettivo del pieno organico della Polizia Municipale, al fine di attivare un servizio 24 ore su 24, utile ai fini di un’efficace prevenzione, non limitata ad impegni episodici o solo in alcuni orari della giornata; 2) l’istituzione di un responsabile delle politiche per la sicurezza; 3) l’istituzione di un numero verde a cui i cittadini possano segnalare problemi e disagi; 4) il coinvolgimento delle scuole per un’opera di educazione alla legalità e alla formazione civica che concorra a rafforzare il tessuto civico di fronte alla criminalità.

Elisabetta Rizzo


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