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Latina. Facoltà di Medicina. Pasquale Verrengia: «Mi sembra che si punti solo a tenere buoni gli studenti. Ma ormai ai fallimenti siamo abituati»

«L'Università pontina per essere tale deve effettuare scelte autonome, svincolate dalle decisioni romane. Siamo nati come colonia romana e come colonia di Roma resteremo, anche perché ancora non si capisce quali potranno mai essere i benefici economici che potranno mai ricadere sul territorio provinciale. È tutto pronto, ma aspettiamo che ancora soluzioni e decisioni vengano impartite da Roma. Ma quando ci sdoganeremo dalla politica romana? Prendiamo l'esempio di Frosinone: quando la classe dirigente si è resa consapevole che l'università stava diventando una servitù campana, si sono rimboccati le maniche. E noi? Niente, sembra che stia bene a tutti essere una servitù romana. Tanto qui, in provincia di Latina, siamo abituati a guardare sfumare i nostri obiettivi, come ad esempio la Corte di Appello». Pasquale Verrengia, segretario generale provinciale della Cisl, torna su uno degli argomenti e delle tematiche a lui più care, l'Università pontina in particolare e la formazione in genere. «Non è un caso che mentre a Roma esiste una struttura sanitaria pubblica, a Latina sembra che si voglia favorire il sistema sanitario dei privati a danno, chiaramente, degli studenti, le vittime designate. Al di là delle trionfalistiche dichiarazioni dell'assessore Galardo da parte del Comune di Latina, gli studenti di Medicina continuano a seguire le lezioni al Policlinico di Roma, e si tratta di quegli stesi studenti che entro il 30 novembre dovranno presentare la tesi di laurea e che finora non hanno visto un malato se non attraverso diapositive». Infatti, già nei giorni scorsi e in quelli che verranno gli studenti sono andati a seguire i corsi di immunologia patologica, malattie infettive e reumatologia, "e così gli studenti continuano il loro pendolarismo al di là delle conferenze stampa e della politica degli annunci e si posizionano nelle corsie del Policlinico di Roma", continua il segretario Verrengia. «Mi amareggia, poi, il fatto che l'assessore Galardo continua ad annunciare agli studenti e a tutti gli altri che bisogna ancora pazientare -riprende Verrengia- qui, a forza di rimandare di mese in mese, si rimanda per anni interi e non ci si rende conto del tempo che si perde. Non mi spiego poi questa mancanza di responsabilità nell'ammettere i propri errori e le proprie omissioni di fronte a fatti incontrovertibili: come si può voler negare che su tutta questa storia di medicina pesano dei veri e propri fallimenti che si ripercuotono prima di tutto sugli studenti e poi sul territorio? E' un solfa che chi è pontino conosce perfettamente. E pensare che il pendolarismo doveva essere effettuato tra Latina, Fondi e Terracina, mentre oggi si corre verso Roma».

Elisabetta Rizzo


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