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Latina. Quote Latte. «Noi allevatori andiamo avanti nella nostra onestà fatturando il latte, e ricorrendo al Consiglio di Stato contro il Tar»
«La decisone del Tar di Latina di respingere la richiesta di sospensiva sulle multe per
la campagna 2003/04 non fermerà la nostra consapevolezza di essere nel giusto, di
rimanere nelle regole di fatturare sempre il nostro latte, ma nello stesso tempo di
vivere un'immensa ingiustizia cagionata prima da una legge ingiusta, poi da situazioni
che da mesi viviamo nei tribunali per cui per lo stesso motivo e sulle stesse multe il
Tar del Lazio nella sezione di Roma concede le sospensive e nella sezione di Latina no.
Commenta Alfonso Migliorelli degli Allevatori pontini: «È difficile comprendere tutto questo, insomma per le stesse multe, i giudici di Roma danno ragione agli allevatori, e i giudici di Latina no. Il settore lattiero caseario della pianura pontina è oggi messo in pericolo dal continuo spopolamento di allevatori che preferiscono smettere di produrre e vendere la propria quota latte al Nord in quanto più conveniente visto i molti problemi; prezzo del latte basso, danni della blu tongue, e l'incertezza delle quote latte per il futuro. Nella provincia di Latina così come nel Lazio presto questo fenomeno metterà a rischio la sopravvivenza dei nostri prodotti, e a nostro avviso occorre invertire la rotta bloccare la commercializzazione delle quote e impostare una seria strategia contro il latte in nero e le truffe a danno di noi allevatori e di tutti i consumatori. Ogni giorno centinaia di Tir portano latte o prodotti semilavorati (cagliate surgelate) nei nostri caseifici, provenienti da dubbie provenienze (Lituania, Moldova ecc ecc), e da qui escono prodotti tipici locali che quotidianamente i nostri consumatori li comprano come prodotti con latte italiano.
Sarebbe opportuno che la magistratura persegua anche queste truffe, noi abbiamo denunciato tutto questo in una denuncia depositata in procura a Latina aspettiamo i frutti, poi vedremo se in numeri di AGEA sono corretti, non è giusto perseguire chi fattura tutto il latte, le multe che contestiamo sono piene di vizi formali e sostanziali, mancano di certezze, come fa lo Stato a sostenere che abbiamo prodotto oltre la quota assegnataci dalla CEE se ancora oggi manca l'anagrafe bovina, non è che ci vogliono far pagare le multe per il latte in nero importato dalla Lituania o dalla Moldova? Come mai non si riesce ancora, dopo otto anni, a sapere quante vacche possiede l'Italia, forse perché altrimenti tutte queste manipolazioni non potrebbero esistere. Fare gli allevatori non è solo un lavoro, è passione, è dedizione, sacrificio, è consapevolezza di produrre e servire, sempre, con onestà, prodotti sani e genuini nell'interesse del paese, perché la politica vuole distruggere tutto questo? Noi andiamo avanti».
Andrea Apruzzese
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