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Latina. Riesplode il mito dei Duran Duran. Chi sono e cosa fanno le sedicenni e i sedicenni di allora. Oggi l'amarcord di Stefania

Erano mesi che si vociferava, la magica band degli anni 80 di nuovo nella formazione originaria...un tuffo nel passato, un desiderio nostalgico, un lifting al passaggio di quello che non si può fermare: il tempo! Eppure quello che ci dà più da parlare dopo l’uscita di Astronaut non è l’immutata immagine di Nick Rhodes o le rughe sul collo di Simon Le Bon, ma la voglia di ritrovarsi e di riscoprire assieme le grandi emozioni che brani intramontabili come Save a Prayer o Wild Boys hanno reso indimenticabile la nostra adolescenza. Ed è di questo che voglio scrivere, perché proprio grazie a quelle canzoni che avevano il potere magico di unire ed entusiasmare le folle, oggi possiedo ricordi in grado di illuminare anche le giornate più grigie. Non facevo cose diverse da quelle delle mie coetanee, compravo giornaletti, tappezzavo le pareti della mia stanza di posters (che sono ancora lì!), imparavo a memoria tutti i testi delle canzoni, facevo i compiti guardando un’emittente televisiva che trasmetteva in sequenza tutti i video dei loro successi, acquistavo bootleg e dischi inediti…..e volevo la cinta del basso di John Taylor! Ricordo addirittura una volta a scuola, durante l’ora di musica, in cui mi esercitai in quella che sarebbe divenuta la mia futura professione:l’avvocato!! Io difendevo i Duran contro le insidie del noioso e malinconico Baglioni. Funzionava così: bisognava portare dei dischi e ascoltare dei brani, lo scopo era capire il significato della musica e spiegare la sua funzione evidenziandone l’incidenza nelle vite delle persone. All’epoca non conoscevo ancora bene Beethoven, se no avrei detto che la musica è l’unica arte in grado di coniugare la nostra anima col mondo del soprasensibile, invece mi limitai semplicemente a diffondere entusiasmo ed energia. Scelsi Wild Boys e Notorius, fu difficile spiegare l’ermetismo dei testi di Simon, ma la poesia di Claudio non resse il confronto...presi "ottimo" a quella lezione e vinsi con i Duran!! Quando ci penso ancora rido….così come quando il giorno dell’esame orale di terza media, invece di mostrare il mio lavoro di artistica su una tela come tutti, sfoggiai, con la complicità della mia più cara amica, un vero capolavoro: avevo dipinto la copertina di Rio su una maglietta! Era venuta benissimo, chissà se la mia complice ce l’ha ancora... Queste sono solo alcune delle piccole divertenti situazioni in cui facevo sfoggio della mia grande passione per i Duran, talmente intensa da renderli costantemente parte delle mie giornate e della mia vita; ma quello per cui li ricordo e continuo ad amarli con costante "devozione" è sicuramente per il legame e l’amicizia che sono riusciti a cementare con la misteriosa ragazza della maglietta! Grazie ai Duran ho accumulato un bagaglio di momenti felici da cui traggo la forza per affrontare quelli difficili, perché quando parlo con la mia grande amica con cui ho condiviso l’euforia di quegli anni e molto di più, io ritrovo l’autenticità di quei cuori intrepidi, mi dimentico di tutto e penso a quanto siamo fortunate a volerci così tanto bene.

Stefania


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