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Latina. Settimana di merda. Pennacchi sull'Indipendente di oggi su destra e sinistra: «Ma uno si può fare prendere per il culo da sti stronzi?»
Settimana di merda. C'era difatti una volta un paese in cui il Presidente della repubblica
va in Cina, con tanto di Ministri al seguito, per tentare di allacciare il vagone a quella
locomotiva. Dice: "Ma Tien Anmen?". Due palle con questo Tien Anmen. Non gliene frega
niente a loro, me ne deve fregare a me? Io è una vita che mi sono scordato Piazza Fontana
mia, mi metto a a ricordare Tien Anmen loro? Ma chi vuoi che se ne freghi. Quella è una
locomotiva che viaggia al 9% annuo di crescita, coglione chi resta a piedi. Chi resta
a piedi va per stracci. Garantito. Da qui a vent'anni stai alla fame. Dopo ti tocca a te
- se non hai preso quel treno oggi - montare sulle carrette e andare a fare l'extracomunitario
là. Ai semafori di Pechino. A vendergli i fazzoletti.
Bene: il Presidente della repubblica va in Cina e Calderoli a casa va su tutte le furie:
"Con chi l'hai concordato? E io mica sono d'accordo, io voglio l'embargo delle armi e
voglio pure le tariffe doganali: e mo' basta, quando torni mi senti". Dice: "Vabbe', ma
quello mica parla davvero, parla per i suoi". Ho capito, mo' però vaglielo a spiegare tu
ai cinesi. Quello mica è il Camparisoda - l'intrattenitore permanente del mio bar - quello
è un ministro della repubblica. Ma gliene frega proprio come a noi di Tien Anmen. Parla da
Ministro pensando a quello che diranno i quattro amici suoi su al Nord: "Vedrai domenica,
quando torno al paese, le risate che ci facciamo al bar". Ridi ridi, ridi in faccia a sta
locomotiva.
E questi sono il migliore alleato del premier, anzi, sono gli unici che hanno davvero
portato a casa qualcosa: a loro gli è riuscito - dopo 150 anni dal Risorgimento - di spaccare
l'unità della nazione. L'agenda dell'Italia - per l'imperscrutabile gioco dei pesi e
contrappesi all'interno dei poli - è oramai stilata da quattro Camparisoda di paese.
Ma se a destra chi squilla è una tromba, a sinistra risponde uno squillo. Correntone Ds
e Pecoraro Scanio hanno detto a D'Alema: "Attento a come parli". Pecoraro Scanio. A D'Alema.
Pecoraro Scanio che al bar del mio paese non gli farebbero nemmeno aprire bocca. I
Campari Soda glieli tirerebbero appresso.
La Margherita poi non vuole Mastella. Quello ha detto: "Datemi una presidenza qualunque,
la regione che vi pare, ma qualche cosa mi dovete dare, mica posso fare la ruota di scorta".
Ma loro niente: "Fai come ti pare, vai dove vuoi ma non ti diamo niente, qua comandiamo noi,
soprattutto sugli ex-dc: a te niente, la ruota di scorta, e sennò vattene affanculo pure
con la destra".
Dice: "Ma sono scemi, così perdono". E che gliene frega a loro? Gli frega assai chi vince
o chi perde. A loro quello che gli interessa è che - si vinca oppur si perda - dentro
la coalizione comando me: "O comando io oppure non si fa". Si chiama "interesse del Paese".
Io continuo, naturalmente, a pagare la mia tessera ai Ds, anche se a Latina questa
settimana hanno fatto il congresso ma non m'hanno invitato. Pare che non si usi più. I
congressi oramai si fanno alla Berlusconi.
Settimana di merda - dicevamo comunque - e ho la strana sensazione che la prossima
sia anche peggio. E quella dopo ancora. Ma se continua così, tra un paio d'anni
faccio davvero un saggio intitolato "Legittimità del qualunquismo". E che madonna,
ma uno può stare tutta la vita a farsi pigliare per il culo da questi stronzi?
Antonio Pennacchi
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