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Latina. Mamma li Turchi. Daniele Capezzone: «Noi dobbiamo scegliere la cultura del dialogo e della convivenza di popoli diversi tra loro»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Daniele Capezzone, segretario nazionale dei Radicali Italiani. Turchia in Europa: che dire? «C'è un nostro impegno preciso in questo senso. Bisogna dimostrare di non essere un club cristiano, ma di essere un club capace di accogliere i democratici che arrivano. La Turchia è un Paese che ha dei problemi ma che fa passi avanti concreti verso la libertà. Noi dobbiamo dimostrare che le nostre radici stanno nei nostri rami, ci interessano gli obiettivi, quello che vogliamo essere, quello che vogliamo fare. Chi da una scelta dalla parte, ripeto, della libertà e della democrazia fa parte della nostra famiglia». La Turchia ad oggi è già uno stato europeo? «Il problema è sempre quello di cosa l'Europa voglia essere. Non dobbiamo fossilizzarci su una storia passata che può anche essere stata storia di tolleranza e di libero pensiero ma anche di crociate e di guerre di religione. Noi dobbiamo scegliere la cultura del dialogo e della convivenza di culture e civiltà diverse». Il problema che si è avvertito, soprattutto in Italia, è quello delle religioni. C'è un clima molto teso tra i cattolici. «Le scelte religiose sono scelte dei cittadini e non degli stati, delle persone e non dei governi. Non esistono stati "cristiani", "ebraici", "islamici". Esistono stati democratici o no: questo è lo spartiacque. In questi stati ci possono poi essere cattolici, cristiani, islamici, ebrei, agnostici, non credenti. Ma è una cosa che viene dopo. Oggi la Turchia ha la fortuna di avere un presidente che ha anche un orientamento religiose, ma come accadde nel secondo dopoguerra in Italia con la Dc di De Gasperi, proprio quel partito è il partito che difende la laicità. Ecco, questi trend vanno rinforzati, per non far sì che gli estremismi dirottino le scelte turche verso Putin o, peggio, verso Bin Laden». C'è una guerra in atto in nome della democrazia e contro il terrorismo. L'ingresso della Turchia in Europa potrebbe avere un valore strategico anche in questo senso? «Penso di sì».

Elisabetta Rizzo

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