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Latina. Termovalorizzatore. Claudio Moscardelli: «Fazzone sta svendendo il capoluogo. Cosa fa Fabrizio Cirilli? Aspetta le elezioni?»

Nella lunga vicenda sui rifiuti che caratterizza le ultime discussioni in consiglio comunale e provinciale, la posizione del centrodestra è riassumibile nell’assunto: termovalorizzatore in cambio di posti di lavoro e di risarcimenti in denaro per la servitù. Precisa Claudio Moscardelli, numero due regionale della Margherita: «In realtà, i presunti posti di lavoro sarebbero, in verità, pochissimi a fronte di un danno incalcolabile per le potenzialità economiche e per le aziende già operanti in zona. La costruzione del termovalorizzatore non eliminerebbe la necessità del mantenimento in zona di una discarica anche se di dimensioni più piccole. Da rimarcare, inoltre, che la zona scelta per la costruzione del megaimpianto di smaltimento è a vocazione artigianale, turistica (ricordiamo il sito di Satricum Antica Città di 2.500 anni fa ) e agricola di qualità: gli impianti di quel genere vanno realizzati, qualora ve ne siano i presupposti economici, in area industriale. Il centrodestra, insistendo con ingiustificata tenacia sulla falsa necessità della realizzazione del termovalorizzatore, dimostra di voler passare sopra la testa di tutti i cittadini, rinnegando così anche il voto unanime del Consiglio Comunale di Latina che nel settembre di due anni fa sulla questione ha pronunciato, su proposta del centrosinistra, un chiaro NO alla realizzazione del termovalorizzatore nell’area di Borgo Montello e di Borgo Bainsizza. Il Sindaco Zaccheo difenda quella scelta o abbia il coraggio di rinnegarla apertamente e non attraverso atti che passano in silenzio, come il protocollo d’intesa. Il suo silenzio consente all’Amministrazione Provinciale e al Presidente Cusani di imporre le sue scelte e di infliggere un duro colpo al nostro territorio. A nulla serve stare sempre a vagheggiare di favolosi investimenti in cambio dell’ennesima servitù che ha un grande impatto ambientale e, inoltre, non è garantita la salute dei cittadini. Non si vende lo sviluppo della Città consentendo che agricoltura e turismo vengano per sempre soffocati per iniziative a vantaggio di pochi privati e a danno del nostro territorio, che deve sfruttare le sue enormi risorse ambientali e non chiedere ristori per il loro depauperamento. No a nuove servitù in cambio di ristori in denaro che non arriveranno mai, come già è avvenuto, e che comunque non bastano a pagare l’uccisione del futuro del nostro territorio riducendolo a terra di nessuno, dove tutto si può fare perché i cittadini non si ribellano e la classe che li governa è sempre d’accordo. Che fine ha fatto il Consigliere Regionale Fabrizio Cirilli, sempre attento all’ambiente e in questa occasione ampiamente defilato? Forza Italia ha già svenduto il nostro territorio: Fazzone ha già deciso per Latina, da usare per scaricarvi ogni decisione impopolare, tanto nessuno fiata. Ma A.N. che cosa fa oltre a stare in silenzio? Aspetta che siano passate le elezioni regionali per poi dare il via libera? Zaccheo e Cirilli vengano allo scoperto. Dobbiamo attuare una raccolta differenziata adeguata (la legge prevede una raccolta al 35% mentre Latina è ferma al 5,8%), realizzare gli impianti di ulteriore selezione e trattamento dei rifiuti e per la produzione di combustibile per gli impianti di termovalorizzazione già realizzati nel Lazio ed oggi non ancora sfruttati per le loro capacità (vedi Colleferro e San Vittore): questi obiettivi se realizzati, eliminerebbero la giustificazione economica della realizzazione di un termovalorizzatore essendo insufficiente la massa di rifiuti residua da bruciare per far funzionare a regime l’impianto. Saremo costretti a reperire da altre province o regioni i rifiuti al fine di rendere economica la gestione dell’impianto. Ma al centrodestra non interessa far decollare la raccolta differenziata, interessa solo l’affare di 200 miliardi vecchie lire che i privati investirebbero per realizzare l’impianto e gestirlo al fine di trarne profitto. I cittadini di Latina però non ci stanno e saremo tutti in piazza a Latina per dire un chiaro No ad un’altra servitù».

Elisabetta Rizzo


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