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Latina. Termovalorizzatore. Sergio Andreatta contesta Salera: «Chi può assicurare la sicurezza scientificà? È un gioco di probabilità?»
Elio Antonio Salera, dirigente dell'Arpa Lazio, sostiene in un’intervista realizzata da ParvapoliS: «Il Termovalorizzatore viene visto secondo le due letture opposte, il pro e
contro. Degli inconvenienti li ha. Ma ha anche tanti aspetti positivi. La tecnologia ci viene sempre a soccorso. Se l'utilizzo è corretto problemi non dovrebbero esserci…».
Commenta Sergio Andreatta:
«Sostanzialmente condivisibile. Ma anche normale che su questa questione così importante per la politica ambientale ci siano i favorevoli e i contrari dal punto di vista
dell’igiene pubblica, culturale e politicosociale. La variegata opinione è la sostanza stessa della democrazia! E, tuttavia, è proprio questo l’oggetto della controversia: la
richiesta di garanzie preventive sull’uso corretto di un simile impianto. La sicurezza scientifica assoluta se c’è, infatti, chi può assicurarla? Si va su un calcolo della probabilità…
E il pensiero corre, così, agli impegni già assunti dai vari predecessori di Salera in funzione della discarica controllata di Via Monfalcone. Che sicurezza è stata offerta in tutti questi anni?
Non è stato lo stesso presidente della Provincia, Cusani, a parlare di pericoloso inquinamento della falda acquifera e dell’Astura da percolati? E senza accenni alcuni all’aria, ai
maleodori… Nutriamo così, consentitecelo, il legittimo sospetto che tale affermazione possa esser stata fatta per piegare il ragionamento a favore del termovalorizzatore.
Salera sa fin troppo bene per le sue competenze tecniche che la buona manutenzione e la buona e indefettibile gestione sono tutt’altra cosa rispetto alle ipotesi e alle enunciazioni.
Viene anche da chiedersi chi, con sistematico rigore, abbia esercitato il, pur doveroso, controllo sulle dinamiche dei flussi, sui vari tram tram di scarico, anche in orari notturni?
C’è anche, ovviamente, ed è inconfutabile, un problema di comunicazione (ma si deve sapere che anche questa è una scienza!) e di corretta informazione, ma non si può
in ogni caso ridurre oggettivamente la questione solo a questo. E, comunque, i problemi ambientali che via via si prospettano i politici hanno il dovere di… risolverli possibilmente
tutti nell’interesse e "dalla parte" della comunità. In caso contrario, se affiorano dubbi, si abbia il coraggio di andare ad un referendum popolare! Il rischio è nella…dichiarata certezza!
Ormai, come spada di Damocle, la localizzazione del Termovalorizzatore pende sulle teste della gente di Borgo Bainsizza, Montello e dintorni. Ma una buona (meglio anche se
“oggettiva”) comunicazione non dovrebbe prevedere che, se si fosse già decisa un’ubicazione, questa dovrebbe essere comunicata agli interessati? Sembrerebbe questo,
nelle sue modalità, il linguaggio della correttezza, o no? Se non altro per rispetto della dignità dei cittadini e dei loro imprivabili diritti alla conoscenza e alla salute. Che poi,
come sostiene il dirigente dell’Arpa Lazio, manchi all'opinione pubblica oltre ad una corretta informazione anche la cultura del rifiuto, questo… potrebbe anche essere e
pericolosamente in una società consumistica… E forse proprio per questo che, come ho già precedentemente sostenuto varie volte, anche per la sua funzione pedagogica è
preferibile l’opzione della raccolta differenziata. Sostenibile in ogni caso, anche come preliminare all’installazione dello stesso termovalorizzatore, per ridurre gli ammassi
generici e indifferenziati dei rifiuti da trattare. Non farei il lavoro che faccio (educational problem solver) se non fossi certo che le persone portano generalmente in sé anche
un desiderio, se non un bisogno, di educazione e di miglioramento. Circa, infine, la frase di Salera: "A Frosinone va tutto bene!" I problemi del termovalorizzatore, si sa,
non sono mai quelli catastrofici di un’onda d’urto allo tzunami ma quelli, per fortuna, meno visibili, lenti, e comunque non meno insidiosi per la salute pubblica, delle
emissioni aeree che trascinate dalle variabili correnti del vento (e, in tal senso, la stessa città di Latina non può dirsi sicuramente esente da effetti contaminanti come
pure dimostra periodicamente un maleodorante oleificio di Cisterna) si sedimentano lentamente sul terreno intorno andando, poco vistosamente ma progressivamente,
ad avvelenare tutte le culture delle zone viciniori ad alta e pregiata unica vocazione agricola. Emissioni di acido solforico, acido nitrico, ossidi di azoto, diossido di zolfo e
altri, a seconda delle combustioni e delle reazioni, particelle che le correnti d’aria e le piogge acide provvederanno a scaricare al suolo! Premesso, così, che siamo favorevoli
per cultura etica, ambientale e anche per diretta ricaduta economica ed occupazionale alla raccolta differenziata, con il complemento di un impianto a tecnologia avanzata
di compostaggio, preferiamo guardare a Treviso (da cui molti di noi, pure, provengono) e alla promettente esperienza del Consorzio Priula, piuttosto che replicare la
più vicina esperienza di Frosinone. E, comunque, rimane ad oggi insoluto il dilemma che si rivolge alla responsabilità del decisore politico: "Se termovalorizzatore
sarà (ma non deve esserlo per forza!), perché localizzarlo proprio nel territorio delle multipenalizzate Bainsizza – Montello, tra l’altro in difformità con i parametri
statuiti dal Piano Regionale (c’è anche il poligono militare nei pressi), e non alternativamente altrove in uno degli altri siti, pure, individuati?". Forse perché è più agevole,
e accettabile, continuare…anziché dover iniziare? A questa legittima domanda dell’opinione pubblica la politica, così prudente e temporeggiatrice in queste
settimane, non può tuttavia sottrarsi dal fornire una risposta e la sua giustificazione».
Elisabetta Rizzo
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