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Latina. Cavallettate. Antonio Pennacchi sull'Indipendente di oggi: «Se avessi vent'anni di meno menerei a Rutelli. Madonna le botte...»
Sì vabbe’, uno non può andare in giro a dare cavallettate in testa alla gente – e men che meno al presidente del consiglio del suo Paese – ma mo’ adesso la stiamo a fare
esagerata: hai mandato liberi quelli che squagliavano i bambini e vuoi dare l’ergastolo a questo qua? Ma per piacere. La cosa va ricondotta alla sua essenziale natura,
che è estetico-antropologica, punto e basta.
Certo c’è una vittima – o meglio due, perché anche il ragazzo, a parte i cazzotti presi dalla scorta, non pareva alla fine tanto allegro e soddisfatto – ed è Berlusconi,
soprattutto per il danno morale: “Ma come, con tutto quello che faccio per loro?”, deve avere pensato. Roba da entrare in depressione.
Per lui mi dispiace, provo pietas, e sia chiaro che non lo odio – a odiare non odio proprio nessuno, né lui né chiunque altro a questo mondo, a parte Bettega e iuventini –
anzi mi sta pure simpatico sul piano umano (su quello politico non posso dire altrettanto). Ma debbo confessare – pur con tutta la pietas – che appena saputa la notizia m’è
venuto da ridere. E anche a tutti quelli che ho incontrato dopo.
Dice: “Ma tu frequenti solo quelli di sinistra”. No, abito a Latina, quanta sinistra vuoi che incontri? E anche sul treno. Dentro i bar. A Roma. La gente rideva. Altro
che campagne d’odio e persuasori occulti. La gente lo sa che questa storia non regge: se tutte le televisioni ce le hai tu, chi altro vuoi ci sia che persuada? Il mago Merlino?
La cosa è in re – il villano che viene a Roma e bastona il potente alla faccia di tutta la sua scorta – ed è una cosa comica, visto che non è stata tragica. Certo per te è una
disavventura, ma questo – vedi Freud, Bergson, Pirandello – nel riso è inevitabile: a chi tocca tocca, qualcuno deve cadere, e più è potente e più si ride.
Dice: “Volevo vedere se avevano menato a Fassino quanto ridevi”. Hai ragione, forse non ridevo. Però di sicuro hai riso tu quando gli hanno menato i no-global.
E comunque ridevo se menavano Rutelli. Sai le risate? Anzi, se non fossi il democratico che sono e rispettosissimo delle leggi – e se non avessi soprattutto
vent’anni di troppo – a Rutelli gli menerei direttamente io. Madonna le botte. E poi le risate.
Berlusconi si deve incazzare con la scorta: “E che ti pago a fare?”. Fossi in lui menerei a loro. Mo’ ho capito perché non voleva andare a Nassirya. Conosceva i suoi polli.
E poi, quando li inquadrano in tv, fanno tutta la faccia feroce.
E le tv? Non c’è un’immagine in giro. Sai quanti soldi ci facevamo nel mondo? Questi riprendono tutto – quando vai a cagare, quando cammini per la strada – poi menano
al presidente del consiglio in piazza Navona e non c’è nessuno? Neanche la fotocamera di un turista giapponese? Ma come, a Latina Zaccheo le ha messe a tutti gli angoli
delle strade. Non è che per caso il filmato c’è, ma lo hanno sequestrato e fatto sparire? Lo voglio vedere. Altro che i Simpson.
Che poi i toni della politica siano oggi oggettivamente incivili è un altro discorso. Ma qui ha ragione Luzi (il senatore, non il poeta; sul poeta avrei qualcosina da ridire):
è stata l’impolitica a buttare a mare le regole e il bon ton insieme alla prima repubblica. Se tu agli altri dici in continuazione “comunisti mangia bambini” e “Roma ladrona”, non
puoi lamentarti se poi ti rispondono: “Pietro Gambadilegno” o “Arturo Ui”. E soprattutto non ti puoi sfogare su quel ragazzo. Paghi il giusto, ma non di più. Non è lesa maestà.
Antonio Pennacchi
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