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Latina. Giardinetti. Giorgio De Marchis: «Una potatura selvaggia. Zaccheo vittima di una retorica allarmistica dell'ordine pubblico»

L’intervento di manutenzione straordinaria eseguito sul parco cittadino è stato indubbiamente di grande impatto. L’amministrazione comunale, vittima di una retorica allarmistica dell’ordine pubblico, ha pensato di poter risolvere il problema della criminalità eseguendo una potatura selvaggia delle piante comprese all’interno del parco. Sostiene Giorgio De Marchis, consigliere comunale dei Democratici di Sinistra: «Questa impostazione, secondo cui una potatura radicale della parte bassa delle piante garantirebbe maggiore visibilità e maggiore sicurezza, si è già rivelata, oltre che infondata e poco condivisibile dal punto di vista estetico, anche dannosa per le piante del parco e pericolosa per i cittadini che usufruiscono di quegli spazi. Basta fare una piccola passeggiata nei viali del parco per rendersi conto che molte piante stanno “collassando”. Interi rami si staccano dal fusto che, drasticamente alleggerito, non è più in grado di sorreggerne il peso. Vi è stata inoltre una potatura a tappeto di tutte le piante basse e cespugloi, eseguita in maniera indiscriminata. Da più parti ne emergono ormai solo i monconi. Altrettanto desolante è la vista di quelli che erano imponenti eucaliptus, totalmente privati delle fronde. Il fatto di aver ripulito la parte bassa delle piante ha comportato il venir meno una delle caratteristiche che contribuiscono a rendere un parco cittadino un’area confortevole per tutti i cittadini. Una caratteristica di tipo visivo e più precisamente la sensazione è di trovarsi in un polmone verde all’interno dell’area urbanizzata. Oggi passeggiando per i viali del parco non si ha più questa sensazione: il fatto che da qualunque parte si circoli si possono vedere le macchine che circolano lungo le strade circostanti rende i giardinetti simili ad un’area di verde attrezzato piuttosto che ad un parco vero e proprio. Spero che l’approccio del centro destra nei confronti di questo genere di tematiche possa evolversi all’interno di un quadro di modernità e di normalità, perché fino ad ora gli interventi di questo tipo (tra cui ricordo anche quello eseguito da Finestra in piazza del popolo per riportarla all’aspetto che aveva nel ventennio) sono stati improntati tutti sulla logica della retorica e dei falsi allarmismi, ma, come possiamo vedere, la città e soprattutto il verde cittadino ci hanno solamente rimesso».

Elisabetta Rizzo


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