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Latina. Fecondazione assistita, attentato al Referendum. Marco Pannella: «Ci avrei scommesso». Daniele Capezzone: «Scandaloso»

I giudici della Corte Costituzionale, al termine della camera di consiglio, hanno deciso l'inammissibilità del quesito referendario proposto dai Radicali e dall'associazione Luca Coscioni di abrogazione totale della legge 40 sulla procreazione assistita. La Consulta ha invece dichiarato ammissibili gli altri quattro referendum di abrogazione parziale della legge, promossi dal Comitato promotore dei referendum parzialmente abrogativi della legge sulla procreazione assistita, dal Comitato referendum per l'autodeterminazione e la tutela della salute della donna e dal Comitato promotore referendum fecondazione assistita e libertà di ricerca scientifica. Marco Pannella dichiara all'Ansa che sulla bocciatura del primo quesito avrebbe scommesso. «Quella richiesta di abrogazione - dice - è radicale e, cosa ancor più grave, perfettamente costituzionale». Di fatto la Consulta ha deciso in pochi giorni; la camera di consiglio si è riunita lunedì. I quattro quesiti referendari di abrogazione parziale della legge ai quali ha dato il via libera riguardano: il limite alla ricerca sperimentale sugli embrioni; le norme sui limiti all'accesso alla procreazione medicalmente assistita (in particolare l'eliminazione dell'obbligo di creare in vitro non più di tre embrioni); le norme sulle finalità, sui diritti dei soggetti coinvolti e sui limiti all'accesso (in particolare per la cancellazione totale dell'articolo 1 della legge sui diritti del concepito); il divieto di fecondazione eterologa.
«Voglio dire subito - dichiara il segretario di Radicali Italiani, Daniele Capezzone - che questa decisione è scandalosa, ancora una volta politica, e tale da umiliare il parere della stragrande maggioranza dei costituzionalisti italiani, che si erano espressi per l'ammissibilità di tutti i quesiti. Aggiungo che ora daremo battaglia sugli altri quesiti, di cui siamo copromotori e sostenitori, per evitare ulteriori scippi parlamentari». Nonostante la dichiarata ammissibilità di quattro quesiti su cinque, infatti, il timore dei sostenitori del referendum totalmente abrogativo è anche quello di uno sviamento parlamentare della consultazione referendaria. Se Giuliano Amato, in un'intervista all'Espresso anticipata dalle agenzie, rilancia la sua proposta di modifica della legge 40, Elena Montecchi, vicepresidente dei deputati Ds, ammette: «Non disperiamo del fatto che nelle aule parlamentari possa ricomporsi un'idea sulla fecondazione assistita che tenga conto di chi vuole avere un figlio e non può averlo senza un aiuto esterno».

Elisabetta Rizzo


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