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Latina. Sindacalismo, a sinistra è quasi una malattia. L'antibiotico più efficace è il liberalismo. Prevenire, anche in politica, è meglio che curare
Ai nostri giorni la libertà di associazione appare, secondo l'eccellente formula di Léon Duguit, "una conseguenza logica e naturale della libertà
in generale", ma ciò non vuol dire che non possa provocare veri e propri abusi, trasformandosi a sua volta, come il diritto di proprietà,
in strumento della servitù. Il diritto sindacale, sviluppatosi in Francia in applicazione della legge del 1884 sulla libertà di associazione,
ha contribuito a liberare i salariati dalla tutela del padronato, ma sembra difficile negare che il suo esercizio, quantunque legittimo, possa
costituire una seria minaccia per la libertà. Da questo punto di vista, l'evoluzione del sindacalismo in Inghilterra è significativa. Basta leggere
le pagine che Bertrand de Jouvenel dedica alla questione. Si vedrà fino a che punto l'attuale orientamento del sindacalismo inglese sia contrario
allo spirito liberale della nazione. La scomparsa dei piccoli sindacati, lo spirito di egemonia delle grandi confederazioni, la loro tendenza al monopolio, la loro
intolleranza, per non parlare del potere quasi discrezionale dei dirigenti sindacali, fanno sì che la sorte dei lavoratori sia nelle mani delle associazioni
che essi hanno creato per difendere i loro diritti e la loro libertà. L'abuso più deplorevole è la pratica del "closed shop", che costringe il
salariato ad aderire a un sindacato determinato per trovare lavoro o non perderlo. Scrive Bernard de Jouvenel: «Generalizzando la pratica che si è
instaurata, si arriverebbe a privare legalmente di lavoro e di pane chi rifiutasse di militare sotto le insegne dei grandi dirigenti sindacali. Indubbiamente
nel medioevo era proibito esercitare una professione dotata di organizzazione corporativa se non si faceva parte della corporazione; ma il socialismo
è forse un ritorno al medioevo?». Come si vede la naturale evoluzione del diritto sindacale tende a distruggere la libertà individuale del lavoro rischiando
di instaurare un nuovo feudalesimo.
Mauro Cascio
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