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Roma. Il Teatro dell'Assurdo. Marina Malfatti: «Non è che lo specchio deformato del nostro mondo ordinario e della nostra frenetica società del benessere...»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Marina Malfatti, al teatro La Cometa fino al 30 gennaio con "Oh papà povero papà. La mamma ti ha appeso nell'armadio ed io sono molto triste". Un gioco pirotecnico di casi paradossali, un susseguirsi inesauribile di trovate, un divertimento senza interruzione, sospinto da una carica non comune di comicità e da un eccezionale senso del ritmo. Ma dietro questa corsa allegra e divertita sovverte lo sguardo pensoso dell'autore che va interrogandosi sull'impossibilità di evadere da una condizione "assurda" in cui è difficile intrecciare un senso da attribuire alla vita ed all'amore. Che cos'è per lei l'assurdo? «Il mondo. E il teatro non inventa, ma denuncia. Questa piece è particolare. È curioso e divertente». Una caricatura che porta alla ribalta tanti temi attuali. «Sì, è la società ad essere grottesca. Pur essendo l'autore un americano ha tipizzato la madre mediterranea». Abbiamo notato nel testo e nella scena un diaframma tra la forza delle donne e la fragilità dell'uomo. «Ed anche questo lo trovo molto attuale». Per quale motivo lei ha deciso di interpretare questo testo? «Mi divertiva molto questo personaggio, comico ma non banale. La vita non è mai buffa, è sinistra. Dice. È possessiva al punto di sposarsi uno brutto, storto, grasso pur di averlo suo». Tanti messaggi lanciati con lucida ironia. Fino al 30 gennaio. E poi? «Ci fermiamo e lo riprenderemo più in là. Io tornerò a fare "La vita che ti diedi" di Pirandello per la regia di Squarzina a Milano, a San Babila per un mese intero. E io adoro Pirandello».

Elisabetta Rizzo

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