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Latina. Termovalorizzatore. Maria Pia Gigli (Rifondazione): «Siamo con i residenti. Ma non prevalga la logica del "no nel mio giardino"...»

Di fronte alla cieca determinazione di Storace, Cusani e Zaccheo a realizzare un termoinceneritore a borgo Montello, la popolazione, le forze politiche e sociali devono opporsi con altrettanta fermezza mettendo in campo un ampio fronte di azione. Per questo Rifondazione comunista parteciperà alla manifestazione contro il termoinceneritore che si terrà il 29 gennaio a Latina e lavorerà per estendere la mobilitazione in tutta la provincia «Non è accettabile la logica dell’emergenza che sta alla base della scelta di bruciare i rifiuti, una scelta dannosa per la popolazione e per le proprie attività, in termini di costi ambientali, sanitari ed economici. Dietro questa scelta c’è l’idea che i rifiuti, invece di essere il residuo di un modello produttivo e di consumi sempre più incompatibile con l’ambiente e la salute e che per questo andrebbero ridotti e riciclati, diventano “materia prima” da utilizzare come combustibile, e quindi fonti di profitto per la lobby economica legata alla costruzione e alla gestione degli inceneritori, a discapito delle popolazioni interessate dalle emissioni degli impianti. Anche in questo caso le politiche di Regione, Provincia e Comune di Latina sono dalla parte di quegli interessi economici e contro le popolazioni ed i lavoratori. Studi e bilanci già fatti ci insegnano che: l’incenerimento è la tecnologia di smaltimento dei rifiuti con il più alto impatto ambientale, il maggior spreco di materiali riutilizzabili, i più alti costi di costruzione e di esercizio, i più lunghi tempi di messa in opera e il minor impiego di manodopera; un impianto di incenerimento non elimina il problema delle discariche perché prevede la realizzazione di nuove discariche per le scorie e le ceneri tossico-nocive derivanti dalla combustione dei rifiuti; bruciare i rifiuti è incompatibile con una raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio e al recupero dei materiali: il Combustibile da rifiuti (CDR) che viene prodotto in impianti altrettanto dannosi, è costituito prevalentemente da quei materiali come la plastica e la carta che potrebbero essere riciclati. Rifondazione Comunista di Latina ritiene che da subito vada invertita questa tendenza. Proprio a Latina dove registriamo una gestione comunale fallimentare che con l’affidamento alla Latina Ambiente ha visto l’aumento della TARSU nel corso degli anni, pessime condizioni di lavoro denunciate dagli stessi lavoratori, mancati investimenti, scarso controllo da parte dell’amministrazione, una percentuale di raccolta differenziata tra le più basse in Italia, è necessario mettere in campo da subito azioni di riduzione della produzione dei rifiuti e una raccolta differenziata finalizzata al recupero ed il riciclaggio dei materiali e non all’incenerimento. Solo così si può pensare di ridurre i rifiuti da conferire nella discarica di B.Go Montello e di dare finalmente il via alla sua bonifica. Estendere la raccolta differenziata e costruire filiere di recupero e riciclaggio in tutti i comuni o in consorzi di comuni, con una gestione pubblica del ciclo dei rifiuti secondo un piano provinciale alternativo, vorrebbe dire scongiurare l’incenerimento dei rifiuti in tutta la provincia ed evitare che sulla testa dei lavoratori e dei cittadini passino gli interessi degli industriali dei termoinceneritori. Nello stesso tempo va respinta la logica del “non nel mio giardino”: rifiutare il termoinceneritore a B.go Montello implica il rifiuto di tali impianti ovunque si vogliano collocare. Coerentemente va respinta anche la realizzazione di impianti di produzione di CDR da bruciare in quei territori dove gli inceneritori realizzati già producono danni alle popolazioni. O si ricicla o si brucia».

Andrea Apruzzese


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