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Latina. I 10 anni di An. Riccardo Pedrizzi: «I Radicali pensino alle nostre offerte. Hanno da guadagnarci. E facciano qualche passo indietro»

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Riccardo Pedrizzi. Un congresso per celebrare i 10 anni di Alleanza Nazionale. Cosa è emerso? «Non abbiamo fatto un Amarcord, né una celebrazione del bel tempo andato. Abbiamo fatto il bilancio di 10 anni da protagonisti, nella società e nel Paese. Dopo la nomina di Fini al Ministero degli Esteri ci siamo affacciati anche a livello internazionale. Ora è il tempo di formulare nuovi obiettivi per i prossimi dieci anni. Non possiamo cristallizzarci. Io vedo un grande partito conservatore che vada molto aldilà del 13-14% attuale». Politiche. Molti invocano un'alleanza con i Radicali... «Mai dire mai. Ma le posizioni vanno modificate da ambedue le parti. A qualcosa i Radicali devono rinunciare». È necessario un compromesso? «Ci sono politiche economiche e giudiziarie che vedono An molto vicina. Ci sono altri argomenti, come le posizioni sulla Fecondazione Assistita, che ci dividono. Ecco, noi siamo disposti a fare qualche passo indietro. Ma altrettanto devono fare i Radicali. L'alleanza serve molto a noi, ma serve anche a loro. Il nostro non è un corteggiamento interessato. Oggi i Radicali non sono in parlamento e le loro idee, tutte le loro idee, non sono affatto espresse. Chi ha la necessità di arrivare ad un accordo sono proprio loro». Una politica proibizionista, quella che vi divide dai Radicali, la droga, la fecondazione assistita, la morale di stato, non rischia di dividervi, alla lunga, anche dai cittadini che in milioni hanno per esempio firmato il Referendum di Capezzone e Pannella... «Guardi, la richiesta di Referendum ha avuto sì e no 4 milioni di firme. Le divida per cinque, che sono per l'appunto i quesiti referendari, e lei avrà meno di un milione di firme al netto. In una platea di 50 milioni di abitanti». Sì, ma da un'indagine de L'Espresso risulta una percentuale quasi plebiscitaria. «Sulla droga noi stiamo dando una grande battaglia su un fenomeno drammatico. Contrasto efficiente e forte nei confronti degli spacciatori. Farsi male non è un diritto per nessuno. Per quanto riguarda la Fecondazione si tratta di tutelare il più debole. E dispiace che proprio i Radicali, libertari per definizione, non si preoccupino della libertà di chi non può far fronte alla violenza dei più forti». Ma così, per tutelare un embrione, che non per tutti gli scienziati è vita, non si rischia di non tutelare i tanti malati che potrebbero ottenere, con la libertà di ricerca scientifica, una speranza di guarigione? «Il malato lo si tutela con la ricerca scientifica. La vogliamo tutti quanti. Vogliamo solo reindirizzarla su strade che non ledano la libertà di chi non può difendersi». Ma questa è un'italietta da parrocchia? «Non credo. Siamo laici e liberali. Non siamo schiavi di nessuna confessione religiosa. Ma non siamo nemmeno l'America, non siamo l'estremo oriente. Abbiamo la nostra cultura e la nostra tradizione».

Elisabetta Rizzo

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