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Latina. I 10 anni di An. Gustavo Selva: «Torneremo alla carica per le radici giudico-cristiane nella Costituzione Europea». Radici inesistenti

Davanti le Telecamere di ParvapoliS Gustavo Selva. Dieci anni di An. Oggi cos'è questo partito? «Un partito essenziale per l'attuazione di un programma di governo. Gran parte è stato realizzato. Pensiamo alla Legge Biagi, la Legge Obiettivo, la Riforma Moratti, la Riforma Fiscale. E pensiamo ai grandi successi a livello internazionale. Dieci anni fa la destra italiana non veniva quasi considerata costituzionale. Oggi il leader della destra rappresentava il nostro Paese nella Costituzione Europea. Questo la dice lunga sul percorso che è stato fatto da questo partito in questi dieci anni». Lei ha reagito male allo schiaffo europeo sulla mancata citazione, nel preambolo della Costituzione, delle radici ebraico-cristiane. I Paesi europei non ritengono che queste radici ci siano. La nostra cultura è stata anche orgogliosamente anticattolica. Pensiamo a figure quali Giordano Bruno, Voltaire, Rousseau. Lei però è tornato sulla necessità di tornare a chiedere l'inserimento delle radici giudaico-cristiane. L'Europa non è anche figlia di chi la chiesa l'ha combattuta? «C'è anche Dante. Manzoni. Voltaire è l'espressione di un laicismo da rispettare che non appartiene alla storia europea. Se si vuole riconoscere un tratto distintivo della storia europea la si riconosce nella scuola e nelle manifestazioni artistiche che hanno ispirato grandi artisti». Ma la maggioranza degli europei lamenta una una ingerenza del Vaticano negli affari politici... «La struttura temporale della chiesa cattolica non incide. Certo i principi e i valori possono coincidere. Per esempio la sacralità della vita, la famiglia, il matrimonio». Principi che non sono universali, però. E che non sono nemmeno scientificamente dimostrati o dimostrabili. Oggi per esempio i cattolici, pretendendo di parlare a nome di tutti, frena la ricerca scientifica dicendo che un embrione è vita, senza dimostrarlo, frustrando le speranze di tanti malati che, a detta di decine di Premi Nobel, da quella ricerca potrebbero guadagnare una speranza di guarigione... «Bisogna fare distinzione sugli embrioni. Noi chiediamo che la ricerca venga guidata, non proibita». Ma la stessa politica proibizionista e chiesastica c'è anche sulla fecondazione assistita. Le radici giudaico-cristiane del preambolo servono anche a dire che in Europa non c'è diritto di cittadinanza per le coppie sterili? Molte persone, quelle che hanno firmato i referendum radicali, la definiscono una legge oscurantista. Sarà mica anche per questo che in Europa sono allergici al settarismo di una confessione religiosa che vuole sempre imporre, usando gli strumenti politici, le proprie credenze a tutti, anche a chi credente ha scelto, liberamente, di non essere? «Ci sono tante possibilità di cura e di fecondazione. Noi siamo contrari all'uccisione di una vita. Se ci sono altre strade scientificamente percorribili, ben vengano».

Elisabetta Rizzo

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