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Latina. Littoria, 60 anni dopo il cambio di nome. Ajmone Finestra: «Credo che i tempi siano maturi per una discussione serena sul passato»

Proprio ieri il 60° anniversario del cambio del nome di questa città. Il 31 gennaio del 1945 "4 sole persone", racconta l'ex primo cittadino Ajmone Finestra, decidevano che questa città da quel momento non si sarebbe chiamata più Littoria ma Latina. Dopo 60 anni credo sia arrivato il momento di ricucire quello strappo avvenuto in una stanza chiusa senza prima sentire cosa ne pensassero le persone che Littoria l'avevano vista nascere dal nulla, ne avevano fatto la loro casa dove erano nati i loro figli. Dopo 60 anni molte di quelle persone non ci sono più, ma chi, come me o come i figli di quella gente, ma soprattutto, le nuove generazioni di questa città, abbiamo tutti il dovere di provare a dare forma e sostanza ad un processo che fortunatamente in questi ultimi anni si è, via via, sviluppato e che ha portato al recupero della nostra memoria storica, della memoria storica collettiva che è la memoria storica della città. Dobbiamo recuperare, anche dal punto di vista formale, gli anni che vanno dalla fondazione al 1945, gli anni del primo grande sviluppo che, da semplice paese rurale, ha fatto di Littoria un capoluogo di Provincia celebrato in tutto il mondo. Lo dobbiamo ai nostri fratelli, ai nostri padri e nonni che per questa città, quando si chiamava Littoria, hanno dato i migliori anni della loro vita. Sono anni che si dibatte su questo argomento, molte volte, da più parti, sono state fatte proposte in merito e anche io, quando ero Sindaco, più volte mi sono chiesto se era arrivato il momento giusto per ricucire quello strappo. Forse avrei dovuto farlo o forse non erano ancora maturi i tempi. Questo non lo so. Oggi però ritengo che si sia detto e fatto tutto il necessario per arrivare a riportare formalmente al fianco del nome della città quel "già Littoria" che è la testimonianza che quegli uomini e donne non li abbiamo dimenticati. Senza nostalgismi e senza retorica. Molto semplicemente, come amo spesso dire, non può esistere un futuro senza passato. E, soprattutto, alle nuove generazioni di questa città dico, che non si immaginare un futuro migliore se non ci si riconcilia prima con un passato dapprima cancellato e poi, per troppi anni, negato".

Mauro Cascio


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