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Latina. Doolin Street. Il liceo classico è meno classico che altrove. Francesca Dellera ci disprezza. Ma anche noi ora abbiamo il Mc Donald's
Caro Mauro, dopo le due Guinness ed il rhum di giovedì sera, mi sono di nuovo tuffata nei ricordi. Una volta un tipo, uno che veniva dalla grande city, mi chiese “e come è il liceo classico a Latina?” ed il tono suonava come “il liceo classico che fate voi non è quello che facciamo noi”. Era estate e poiché a quell’epoca ancora rimandavano a settembre, io mi dilettavo nello studio approfondito del greco. Siccome il liceo classico che faceva il tipo era meglio, lui si portava quattro materie. Pensa che incontro tra cervelli. Comunque ecco immortalato nella foto della settimana il liceo classico di Latina. La parte sulla destra esisteva già in tutta la sua bruttezza. La costruzione di quella specie di capannone sulla sinistra, invece, ci fruttava una settimana di sciopero l’anno. Protestavamo per avere il “secondo lotto”. Forse era meglio entrarcene buoni in classe e sperare che si fermassero lì. Ci avremmo guadagnato in accrescimento culturale e senso estetico. Invece, proprio nel cuore di viale Mazzini, rimasto miracolosamente intatto dal Tribunale a Piazza Dante, è sorta ‘sta roba.
Ma torniamo al tipo romano, il cui ricordo mi ha fatto riflettere sulla percezione che al di fuori si ha di Latina e dei suoi abitanti. Chi abita sui Monti Lepini ci chiama “quelli di Latina” e di certo non si riferisce alla evidente residenza anagrafica. Ad Aprilia (città alla quale sono molto legata) per farmi un complimento mi hanno detto “non sembri di Latina”. Per il nord Italia, Latina è in provincia di Roma. Sempre il liceo classico (di Latina) era frequentato da Francesca Cervellera, che, una volta diventata Dellera, si è affrettata a dire che a Latina c’era capitata per sbaglio e solo per qualche anno della sua vita. In poche parole: c’avevamo la peste e non lo sapevamo.
Con la globalizzazione le cose sono andate meglio, quando poi è arrivato Mc Donald’s siamo stati inseriti in un circuito internazionale. Così quella Emme gialla che si staglia nel cielo di via Romagnoli, illuminando le autolinee, ci ha riscattati dalla dimensione provinciale. Mo vaglie a spiegà dì che per noi la Emme di Latina è quella di Palazzo Emme. Vaglie a spiegà che Palazzo Emme non è a forma di Emme perché Mc Donald’s s’è comprato il centro della città. Prova solo a dirgli cosa significa quella Emme, senza sentirti appiccicato addosso il sospetto di far parte di una città di centoventimila abitanti discendenti diretti per clonazione dal Duce. Facciamo così: proviamo a dire che Palazzo Emme è il centro direzionale di Mc Donald’s che ha deciso di spostare tutta la sua intelligence su Latina. Va a finì che ci credono.
Maria Corsetti
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