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Latina. Le Foibe sull'Indipendente. Antonio Pennacchi: «Ma quale Palmiro Togliatti, la responsabilità fu tutta del fascismo e di Mussolini»

Io ho capito che stiamo in campagna elettorale e quindi ognuno deve dire le sue cose pensando alle elezioni e non alla verità. Le elezioni sono più importanti. Ho capito pure che scrivo su un giornale di destra, un tantino postfascista e con qualche vena d’anticomunismo. Non proprio come Repubblica naturalmente, che è il giornale più anticomunista che ci sia in Italia, viscerale e prevenuto più di Berlusconi stesso, perché lì, oltre a sputarci in testa dalla mattina alla sera – anzi, proprio sputandoci in testa dalla mattina alla sera – da veteroazionisti col pepe ancora in culo vogliono comandare al posto nostro coi voti nostri. Roba che se Rutelli e Prodi si presentano alle elezioni coi voti loro, non prendono a buon bisogno neanche quelli delle mogli. Stava bene Rutelli, a suo tempo, a fare il sindaco coi voti suoi. O con quelli di Repubblica. Mo’ hanno pure obbligato quel sant’uomo di D’Alema a dire grazie al Papa che ha fatto cadere l’Urss. Ma tu guarda che si deve fare. Non ci credo neanche se lo vedo. Fatto sta, io comincio a chiedermi che scrivo a fare. Dice: "Be’, perché ti pagano". Certo è un buon motivo, debbo pure vivere in qualche modo. A casa pretendono tutti i mesi che gli porti i soldi. Ma a volte ne farei volentieri a meno. Sia di scrivere che di portargli i soldi. Se li andassero a cercare. E mi venissero a buon bisogno a cercare pure a me a Chi l’ha visto. A che serve scrivere difatti – ma mica solo qua, pure su Repubblica o New York Times – se poi la gente capisce solo quello che gli pare, quello cioè che già pensa da sola. Se ce lo ritrova è contenta: "Ammazza questo quant’è bravo". Se invece trova qualcos’altro, che esce dai propri e normali orizzonti d’attesa, allora "Ncapisce ncazzo". Ora io capisco per esempio che stiamo sotto elezioni, però non capisco come si possa dare tutta la colpa delle foibe – e dell’esodo dei giuliano-dalmati – a Togliatti e comunisti, dimenticando che quello fu il prezzo, stabilito a Yalta, di una guerra e di una sconfitta in cui ci avevano condotto il Duce ed il fascismo. È il Duce che dichiarò guerra a Jugoslavia, Grecia, Francia, Urss, Inghilterra, Usa ecc. ecc. Gli mancava solo Alpha Centauri. E tu dopo vuoi dare la colpa a Togliatti di non essere riuscito a rimettere assieme i cocci che quello aveva spaccato? È il Duce che fece la frittata. "Gli anni di piombo" poi, e "la meglio/peggio gioventù". Non ne posso più. M’hanno proprio stufato. È una vita che chiedo l’amnistia e ci ho pure scritto un romanzo. Ma adesso basta. Non fu, però, cosa di "banditi e indiani" avulsi da ogni contesto, ma riguardò più o meno manifestamente l’intero corpo del Paese. Ogni disamina o ricostruzione attuale, che prescinda da piazza Fontana e dalle stragi di Stato, non è solo elettorale, è disonesta e infame.
P.S.1 - C’è da giorni Michele Serra, sempre su Repubblica, che chiede insistentemente le scuse di Berlusconi all’Unità: li aveva accusati di insulti e incitazione all’odio. In realtà avevano solo ripubblicato dal Giornale dei giudizi di Guzzanti-padre su Prodi. S’era sbagliato a leggere. Credeva fossero per lui. Vuoi perlomeno chiedere scusa? No, stiamo sotto elezioni.
P.S.2 - Più ancora che da rosso, da giallorosso avrei voluto dire qualcosa su Lotito, i cortei, il maxisconto fiscale e la città da 20 mila abitanti fuori Piano regolatore da farsi, "per il bene della Lazio", su terreni agricoli di sua proprietà. Ma è meglio anche qui – per togliersi l’anello dal naso – aspettare la fine del cartaceo ludo.

Antonio Pennacchi


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