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Provincia, solo malumori?
La notizia gira da alcuni giorni tra gli uffici dell’Amministrazione provinciale. Secondo alcune indiscrezioni sembra che un dirigente abbia denunciato, per questioni d’inquadramento lavorativo, il presidente Paride Martella, il Segretario generale e un altro dirigente di settore. A dire il vero, il dirigente denunciante non sembrerebbe nuovo a contenziosi giudiziari verso la sua amministrazione. Addirittura alcuni mesi orsono circolava anche la voce che questo dirigente, con tanto di lettera notificata, fosse stato “licenziato” o perlomeno “richiamato” direttamente dal presidente Martella, al quale ParvapoliS chiese ufficialmente una conferma sull’episodio, per avere poi come risposta un netto rifiuto a commentare sostenendo che non si trattava di atti pubblici. In ogni caso, mettendo da parte questa singola situazione, ancora da approfondire nei suoi aspetti, non si può non rilevare che parlando con vari impiegati della Provincia sia espresso un certo “malumore” riguardo l’organizzazione del lavoro. L’ultimo episodio che ha fatto arricciare il naso è l’introduzione di un “diario giornaliero”, dove ogni dipendente annoterà l’attività svolta nella giornata. Anche qui sembra che un dirigente si sia rifiutato di applicarlo nel suo settore. In questi casi è difficile valutare la reale portata di questa forma di controllo. Fatto sta che se l’Amministrazione deve muoversi con criteri di gestione di tipo aziendalistico, determinare gli obiettivi e gli incentivi di produttività per il personale, valutare i centri di costo e quindi i carichi di lavoro – per ottimizzare le risorse umane – una qualche forma di “ritorno” delle attività dovrà pure averla. Bisognerà vedere nel tempo come saranno gestite queste informazioni. Non deve essere un bel periodo per i vertici politici della Provincia. Questa estate sono partiti i lavori di ristrutturazione degli uffici nella sede centrale, con tutto il comprensibile disagio che si può immaginare, e ancora qualche polemica è spuntata fuori andando, addirittura, a scomodare la normativa sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Finiti gli interventi di ristrutturazione, avendo poi acquisito gli edifici delle sedi distaccate in città, sono stati necessari altri lavori di traslochi e nuovi uffici. Anche qui altre discussioni, questa volta per l’assegnazione di questi nuovi uffici. In qualche caso si sono sentite lamentele da vera e propria “guerra tra poveri”: «Non è giusto che a noi c’hanno messo in una stanza dove non c’è spazio per tutte le nostre scrivanie, e qualcuno sta da solo in un ufficio quando i suoi carichi di lavoro non giustificano una cosa del genere». Considerando che le novità, nel campo dell’organizzazione del lavoro, non sono mai accolte con favore c’è da aspettare per capire quando e se le resistenze e i malumori si smorzeranno.
Remigio Russo
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