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Latina. Fecondazione assistita e nuovi crociati. Maria Mantello su L'Incontro: «È in corso una dura offensiva da parte della chiesa...»

In Italia ormai da qualche tempo soffia un pericoloso vento di Restaurazione. La Chiesa, di fronte allo scarto sempre maggiore tra i suoi principi dottrinari e i reali comportamenti degli italiani (maggioranza cattolica compresa) sembra pretendere con sempre maggior forza l'imposizione per legge della sua morale, che vorrebbe universale unica ed eterna. Così, sfruttando l'acquiescenza di tanti politici che trovano più semplice porsi sotto la cappa vaticana che produrre idee e strategie politiche, è riuscita ad ottenere la legge 40 sulla fecondazione assistita. Una legge, come si ricorderà, che a febbraio del 2004 è stata varata quasi in sordina dal Parlamento e portata all'attenzione della collettività solo a cose fatte. Un vero dibattito non c'è stato, né all'interno del Parlamento, né tanto meno nel Paese. Si doveva fare in fretta. L'ordine era di far passare le "Norme in materia di procreazione medicalmente assistita" (questa è la dicitura esatta della legge 40) prima possibile. È potuto accadere allora, che i circa trecento emendamenti proposti, compresi quelli tesi ad evitare la deriva oscurantista siano stati respinti da una cordata che, da destra a sinistra, ha praticamente blindata questa legge. Una legge reazionaria, dove è bastato aver attribuito all'ovulo fecondato lo status giuridico di "nascituro" (così come la Chiesa romana predica), sia per vietare ogni possibilità di ricerca scientifica sui gameti, sia per riportare in un futuro non troppo lontano le donne a dover accettare la maternità come condanna. Gli italiani hanno cominciato a rendersi conto dei pericoli insiti in tutto questo in occasione della raccolta firme per chiedere l'abrogazione totale o parziale della legge. Di questa opera di sensibilizzazione civica bisogna essere grati ai Radicali, a cui va il merito dell'impegno coerente nella difesa dei diritti civili, e che anche in questa occasione hanno chiamato a raccolta milioni di cittadini, coinvolgendo anche altri partiti e gruppi politici (Rifondazione, Democratici di Sinistra, Socialisti, Repubblicani, ecc.). Adesso il referendum è imminente, e se è stato respinto dalla Corte Costituzionale quello che ne chiedeva l'abrogazione totale, saranno comunque oggetto di consultazione referendaria i quattro importanti quesiti che mirano a garantire: salute e dignità della donna attraverso una maggiore libertà di accesso alle tecniche di fecondazione, compresa quella eterologa; nonchè la sperimentazione sulle cellule embrionali sovvrannumerarie per la ricerca scientifica. Una ricerca che potrà finalmente essere usata per curare ad esempio i malati di Alzheimer, Parkinson, sclerosi laterale amiotrofica, tumore, ecc. Le gerarchie vaticane, nonostante gli anatemi, non sono riuscite ad impedire la raccolta delle firme, pertanto adesso si stanno mobilitando perché in occasione del referendum si voti No o si disertino le urne, nella speranza che non raggiungendo il quorum richiesto la legge si mantenga così com'è. La Chiesa non vuole rischiare! Per questo, è stata contraria anche all'ipotesi Amato di elaborare nuove norme in materia (anche se con scarse possibilità di successo, visti gli immutati rapporti di forza in Parlamento) acquisendo i quesiti referendari per l'abrogazione parziale della legge 40. Per questo stanno scendendo in campo eminenti Vescovi e diversi "comitati per il no": accanto ai noti "Forum delle associazioni familiari" e al "Movimento per la vita" di Carlo Casini, è nata la formazione, "Umanesimo integrale", voluta pare direttamente dalla Cei e composta da costituzionalisti provenienti dall'Azione cattolica e da Comunione e Liberazione. La presidente è Lorenza Violini, assai vicina alla "Compagnia delle Opere".
Tanta cura nell'entrare direttamente nell'agone, la Chiesa l'ha sempre mostrata ogni qual volta abbia fiutato il pericolo della sconfitta. Una volta, erano le orde dei monaci e dei fedeli fanatici ad accorrere in "difesa della fede"; oggi le rinnovate leghe che vanno a supportare il già nauseabondo servilismo di tanti mezzi d'informazione. L'intento delle gerarchie cattoliche è fin troppo chiaro. Solo uno sprovveduto non può rendersi conto che l'obbiettivo vero è smantellare la legge 194 che regolamenta l'interruzione volontaria della gravidanza. L'operazione le sarà abbastanza facile: se l'embrione è titolare di diritto, come prevede la legge sulla fecondazione assistita, come non potrà esserlo a maggior ragione il feto? Vale appena ricordare che per la Chiesa qualunque fecondazione avvenga in un laboratorio scientifico è da rifiutare, poiché porrebbe in crisi il miracolo creazionistico della sua dottrina. Tuttavia, questa legge sulla fecondazione assistita, che è riuscita a strappare con un consenso parlamentare trasversale, se la tiene ben stretta perché è la leva con cui scardinare le conquiste civili delle donne e degli italiani tutti sulla maternità e paternità responsabili. È quanto chiaramente emerge anche dalle parole del cardinale Camillo Ruini, che in occasione dell'apertura del Consiglio permanente della Cei, tenutosi a Bari a metà gennaio di quest'anno ha ribadito: "Non cambia però, la nostra posizione riguardo a questa legge che sotto diversi profili non corrisponde all'insegnamento etico della Chiesa, ma ha comunque il merito di dare dignità alla persona umana". La persona umana cui la Chiesa si riferisce è come noto l'embrione, ovvero una cellula, neppure ancora depositata nell'utero e che al di fuori del corpo della donna non potrebbe assolutamente vivere. Questa cellula-embrione è divenuta con la legge 40 soggetto di diritto. E di un diritto finanche superiore a quello dell'aspirante madre, che non potrà rifiutarne l'impianto e non potrà neppure avvalersi di nessuna diagnosi preventiva che verifichi se l'embrione è sano o malato. Siamo tornati alla maternità come condanna, dunque, dove alla donna si chiede sempre e comunque di pronunciare l'eterno "fiat"! Ora però, nonostante l'opera censoria di vescovi e "chierichetti statali", l'attenzione pubblica intorno a questa legge retriva si sta creando: i sondaggi promossi dalle stesse gerarchie ecclesiastiche evidenziano che la società civile italiana è molto più progredita, come fu per gli anticoncezionali, per il divorzio e per l'aborto! Pertanto, se lo spirito di crociata sembra non demordere, abbiamo il dovere morale di contrastarlo chiamando al voto contro una legge che certamente non ha per scopo il vantaggio e l'utile collettivo. Come scriveva Giordano Bruno nello Spaccio della bestia trionfante, "nessuna legge che non è ordinata alla prattica del convitto umano, deve essere accettata" non deve esser approvata, né accettata quella istituzione o legge che non apporta la utilità e commodità, che ne amena ad ottimo fine".

Maria Mantello


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