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Latina. La gestione delle acque, tra le logiche dei furbi e le attese dei fessi. Gustavo Giorgi: «Tutto questo nel paese dei condoni...»
«Quindi è ormai ufficiale che anche l'ultima campagna (pubblicitaria più che altro) per la
regolarizzazione dei contratti del servizio idrico integrato, scaduta il 28 febbraio scorso,
è stato l'ennesimo buco nell'acqua».
Scrive Gustavo Giorgi, candidato capolista dei Verdi alle Regionali prossime venture:
«Quindi l'acqua continuarà a passare, oltre che sotto i ponti (in attesa dei tanto promessi
investimenti), nelle condutture di distribuzione verso tutti gli utenti; ma è ormai certo
che quelli regolarmente inseriti nei "files" dei computers di Acqualatina continueranno
a pagare le bollette sproporzionate, rispetto ai consumi, fin qui recapitate, mentre per
quelli che in quei "files" non ci sono, si vedrà.
Nel paese dei "condoni" ha prevalso ancora una volta la logica dei furbi e dei disonesti
(che ovviamente votano come tutti gli altri); gli onesti e i regolari (ovvero "i fessi")
si mettano l'anima in pace e "imparino" come funzionano realmente le privatizzazioni dei
servizi pubblici (soprattutto di quelle essenziali come l'acqua).
La legge impone che i costi di gestione debbono essere compensati con le tariffe applicate
agli utenti; se poi tra i costi di gestione ci sono i 100.000,00 euro (circa) che ogni
anno il Presidente del Consiglio di Ammnistrazione di Acqualatina, Paride Martella, si
deve intascare per quel "gravosissimo compito", poco importa.
Ancor meno importante è sapere quanto siano costate quelle imponenti campagne pubblicitarie
per chiedere (vanamente) le regolarizzazioni dei contratti; è lecito pensare che con la
stessa cifra si sarebbero potute pagare tutte le ispezioni necessarie e sufficienti per
"convincere" i furbi incalliti.
Tanto: chi te li dà i bilanci di questo tipo di società?
Nel frattempo è andata in porto la "privatizzazione occulta" della società!
Con la vendita di Enel Hydro a Veolia Italia, quest'ultima società si trova a detenere
direttamente l'86% delle quote di Idrolatina Srl (che raggruppava tutti i soci privati
di Acqualatina SpA); il restante capitale sociale (9% SIBA, 3% Italcogim e 2% Emas Ambiente)
è comunque controllato dalla stessa Veolia e da società amiche (molto amiche).
Infatti SIBA SpA è controllata al 50% da Veolia, mentre l'altro 50% è controllato dalla
inaffondabile EMIT SpA (Ercole Marelli Impianti Tecnologici), che tra l'altro, attraverso
un'altra società controllata (la T.T.R. SpA) detiene una piccolissima partecipazione in
Latina Ambiente SpA, la società che si occupa dello smaltimento dei rifiuti per conto
del comune di Latina;
la Emas Ambiente (Ercole Marelli Servizi Ambientali), che ha il 2% di Idrolatina, è
attualmente in fase di liquidazione ed è stata incorporata dalla Waste Italia Spa, l'attuale
socio privato di Latina Ambiente; la Waste Italia, a sua volta è controllata al 51%
dalla Italcogim (che ha il restante 3% di Idrolatina) e al 49% da società che fanno
capo direttamente alla famiglia Colucci.
Quindi, il possesso del pacchetto azionario in mano ai soci privati di Acqualatina SpA
è definitivamente sotto controllo di "Veolia and friends"; non a caso questa società
ha la sede sociale presso lo stesso indirizzo di EMIT e SIBA (Via Lampedusa 13) a Milano.
La privatizzazione occulta di Acqualatina di SpA sta nella solita clausola capestro che,
all'inizio di queste vicende, apparentemente significa poco o nulla e che nel nostro caso
è inserita nei Patti Parasociali tra Autorità d'Ambito dell'ATO 4 e gli allora soci
privati: "le delibere del Consiglio di Amministrazione non possono essere assunte senza
il consenso di almeno uno dei componenti di nomina dei soci privati".
E visto che quei componenti, ormai, devono rispondere ad un unico proprietario, il
gioco è fatto.
Altro che controllo pubblico!
Ma si sa: tra "furbi istituzionali" (politici in carriera, società ben inserite e
studiosi di "cavilli di Troia") e "furbi utenti" i rapporti (soprattutto elettorali)
sono sempre buoni e non ci si pesta mai i piedi».
Rita Bittarelli
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