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Latina. L'Alchimia, tra nobili tradizioni noetiche e derive popolari. Eros Pagni: «Ci furono anche truffatori, non solo giganti del pensiero...»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Eros Pagni, in scena in questi giorni con «L'Alchimista» di Ben Jonson al Teatro Argentina di Roma.
L'Alchimia è una delle tradizioni occidentali più importanti dell'Occidente.
L'ermetismo rinascimentale
ha avuto come suoi illustri cultori Tommaso d'Aquino,
Pico della Mirandola, Marsilio Ficino, Giordano Bruno, Isaac Newton, Carl Gustav Jung.
Pur parlando ancora un linguaggio tutto pre-scientifico, l'alchimia ha dei
rapporti con i primi vagiti scientifici molto forti:
dalle sue forme è nata la moderna chimica, e sono alchimisti molti
tra i fondatori della Royal Society, in Inghilterra.
All'interno di questa tradizione iniziatica, elitaria e speculativa, si innestò
anche una corrente, per altro minoritaria, popolare e truffaldina.
Così che la trasformazione del piombo in oro si spogliava di tutti i suoi sensi
e i suoi orizzonti noetici per volgarizzarsi in comodo espediente per far soldi
o per millantare scorciatoie per guadagni certi e immediati.
È questa la figura di alchimista che Ben Jonson prende in giro in questo classico
del teatro Elisabettiamo - riletto forse con troppa disinvoltura e una tenera e quasi
dichiarata disincantata superficialità da Michele Serra -
contribuendo a tipicizzare la deriva popolare dei "vili soffiatori" in alcune forme teatrali e letterarie.
Elisabetta Rizzo
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