Venerdì 02/05/2025 
Parvapolis
categorie
Home page
Appuntamenti
Cronaca
Cultura
Economia
Politica
Sport


Parvapolis >> Politica

Terracina. A proposito delle scogliere. Gabriele Panizzi: «Il consiglio comunale ha abdigato al suo ruolo. Quindi che ci sta a fare ancora?»

«Quando si seppe che il Consiglio comunale sarebbe stato convocato per esaminare il progetto delle scogliere che dovrebbero costellare il nostro litorale di ponente, dopo la riunione dalle confuse caratteristiche del 18 febbraio scorso (nella quale i progettisti regionali illustrarono ciò che la Regione aveva già deciso senza che il Consiglio comunale ne sapesse alcunché), sperammo che sarebbe stata compiuta una approfondita disamina degli atti tecnico-amministrativi che costituiscono il progetto nell'apposita Commissione permanente del Consiglio, per consentire, finalmente, al Consiglio di adottare con consapevolezza le determinazioni generali, concernenti l'intero territorio comunale e la città, che avrebbe ritenuto le più opportune, relativamente al progetto in esame». Scrive Gabriele Panizzi: «La Commissione non si è riunita e gli atti a disposizione dei Consiglieri sono stati, quanto meno, insufficienti a comprendere quale procedura tecnico-amministrativa sia stata condotta dalla Regione per giungere all'appalto del primo lotto del progetto complessivo, su quali documenti relativi alla valutazione di impatto ambientale ed alla disamina del Comitato tecnico consultivo regionale si fondasse la deliberazione della Giunta Regionale di approvazione e finanziamento del progetto, e quale sarà la successione temporale della realizzazione delle scogliere, sembrerebbe a partire dal lato San Felice. Ma il Consiglio, tranne il Consigliere Antonio Bernardi, ha ritenuto che fosse inutile l'esame del progetto nei modi sopra accennati, visto che detto progetto è stato redatto da tecnici incaricati dalla e della Regione, di sicura perizia professionale. Chi abbia letto la relazione tecnica fornita dalla Regione nella ricordata riunione del 18 febbraio scorso, sa che i tecnici hanno onestamente rappresentato la situazione rispetto alla quale è stato chiesto loro di progettare opere che hanno le stesse caratteristiche di quelle che hanno concorso localmente e pesantemente alla distruzione del litorale, a partire dagli anni sessanta: il molo di sovraflutto del porto del Circeo e le scogliere realizzate dal Genio Civile Opere Marittime dal porto del Circeo verso il fiume Sisto, per difendere l'abitato, secondo quanto consentiva la legislazione e la cultura di allora. Il Consiglio comunale avrebbe dovuto esaminare le conseguenze sul territorio e sulla città di quelle opere che, già sperimentate lungo il litorale di Fondi, configurano una prospettiva catastrofica per il turismo balneare, ed avrebbe potuto prospettare modalità diverse di intervento, anche sulla base della esperienza positiva di ricostruzione della spiaggia di ponente condotta negli anni ottanta. Non è il caso di tornare su dette conseguenze, temute sulla base di constatazioni di quanto fino ad ora è accaduto sul litorale pontino e su altri litorali in Italia ed in altri Paesi europei. Esse sono state oggetto di interventi pubblicizzati nelle cronache provinciali di tutti i giornali (ultima la lettera delle Associazioni di ""città sostenibile"" al Sindaco ed al Presidente del Consiglio comunale). Né, in questa sede, si vuole andare oltre la constatazione che agli interrogativi di alcuni Consiglieri comunali (anche di maggioranza) relativi al procedimento amministrativo seguito dalla Regione con esclusione del Comune, alle modalità ed ai tempi di esecuzione delle opere ed alla certezza dei finanziamenti, non è stata fornita risposta alcuna da parte del Sindaco e della Giunta. Viceversa, è necessario sottolineare che il Consiglio comunale dovrebbe tutelare il territorio del Comune e la città da provvedimenti che, anche nella eventualità rispondessero a determinati requisiti tecnici, dal punto di vista generale sarebbero negativi per il territorio e per la città medesimi. Altra volta è stato ricordato che il Consiglio comunale, nel 1973, di fronte alla situazione catastrofica del litorale di ponente, causata dal porto del Circeo e dalle scogliere realizzate lungo il litorale di San Felice, ebbe il coraggio di rifiutare la barriera di scogliere che il Genio Civile Opere Marittime avrebbe voluto realizzare parallelamente alla linea di battigia, a partire da L'Approdo verso il fiume Portatore. È per questo che, fino ad ora, non sono state realizzate quelle scogliere che avrebbero deturpato il paesaggio e la qualità della spiaggia e della balneazione. Grazie ad uno studio del Comune di Terracina e ad uno successivo della Regione, furono effettuati, nel 1980-1981, i primi interventi di ripascimento morbido che hanno ricostruito la spiaggia (era letteralmente sparita, il muro del Viale Circe era crollato e lo stabilimento Lido era stato colpito nelle sue fondamenta al punto tale che fu emessa ordinanza di demolizione per tutela della pubblica incolumità). Nello stesso periodo, il Consiglio comunale ebbe il coraggio di bocciare il progetto della variante esterna all'abitato di Terracina che l'ANAS aveva redatto, perché difforme dalle previsioni del Piano Regolatore Generale e perché, qualora fosse stato realizzato il tracciato di progetto, sarebbe stata distrutta la fascia litorale in corrispondenza della zona dell'acqua santa, importante dal punto di vista ambientale ed economico per i camping ivi già esistenti. L'ANAS rielaborò il progetto, prolungò la galleria ed il litorale fu salvato. Più recentemente, alla fine degli anni novanta, il Consiglio comunale bocciò il progetto della strada Consolare II che, secondo la proposta ANAS, prevedeva l'attraversamento dell'Appia alla stessa quota della strada esistente, dando luogo a difficoltà di circolazione automobilistica, soprattutto nel periodo estivo, e rendendo difficile il completamento del sistema viario che deve servire il litorale tra San Felice e Terracina, senza opprimere la città di Terracina. L'ANAS, anche in tal caso, rielaborò il progetto e ciascuno può osservare la sistemazione della viabilità in uscita da Terracina verso Roma per andare a Frosinone (e, domani, verso San Felice/Sabaudia). Quindi, il Consiglio comunale è stato capace, certamente nei tre casi citati, di difendere gli interessi generali dei cittadini di fronte a pretese di altri soggetti che valutavano le opere da realizzare solamente in relazione alle loro esigenze tecnico-economiche, prescindendo dalle conseguenze che vi sarebbero state per il territorio e la città di Terracina. Perché in questa occasione, rilevante come quelle considerate, il Consiglio comunale ha abdicato al suo ruolo, che non è quello di prendere atto dei progetti riferiti a situazioni strategiche per il futuro della città, elaborati da altri soggetti secondo logiche che è difficile comprendere, ma dovrebbe essere quello di far prevalere gli interessi dell'intero territorio e della città nel lungo periodo? Se non opera in tal senso, che cosa ci sta a fare il Consiglio? Perché i cittadini vengono chiamati ad eleggerlo?»

Mauro Cascio


PocketPC visualization by Panservice