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Latina. Il dopo Mussolini. Marco Pannella: «Ammessa alle elezioni assieme ai professionisti della truffa e dei brogli elettorali»

«Ora che Alessandra Mussolini cessa di essere discriminata ed è ammessa come tutti gli altri concorrenti partitocratrici, professionisti della truffa e dei brogli elettorali, alle elezioni regionali del Lazio, possiamo finalmente sperare che l'opinione pubblica sia illuminata sull'illegalità sistematica che toglie agli elettori italiani l'effettivo esercizio dei loro diritti elettorali e politici». Osserva Marco Pannella: «Attendendo di sapere di più su quello che avevamo cercato in ogni modo, dal 2000 ad oggi, di scongiurare. Sin d'ora, però, chiediamo ufficialmente al Presidente della Repubblica, alle massime autorità giurisdizionali del nostro paese, se non intendano immediatamente intervenire per interrompere nella sua flagranza la realizzazione di un vero e proprio attentato alla Costituzione repubblicana, ai diritti democratici dei cittadini italiani. I Radicali hanno pagato con l'esclusione dalla campagna elettorale regionale la loro esigenza di assicurare la legalità del processo costitutivo stesso di elezioni democratiche che solamente con l'ospitalità richiesta alle due coalizioni dominanti di regime avrebbero potuto dall’interno controllare e denunciare. Da due settimane, ormai, la cronaca politica é stata occupato da tutto fuorché dall' accertamento dell'essenziale: e cioè se i procedimenti di raccolta delle sottoscrizioni necessarie per la presentazione delle candidature siano stati legalmente corretti o sistematicamente truffaldini, penalmente rilevanti. Tuttora non si è compresso se - o no - le liste di Alessandra Mussolini siano state sostenute in modo legale o illegale, come la maggior parte delle liste "ufficiali" dell' regime partitocratrico. Nemmeno si è riusciti ancora a sapere se le stesse firme degli elettori fossero o no, e in che misura, autentiche e autenticamente certificate. Per essere del tutto chiari e onesti, noi ci chiediamo se la sentenza del Consiglio di Stato si sia limitata a intervenire al fine di far cessare una discriminazione ai danni di una forza politica minoritaria, convalidando anche per essa l'impunità per una vastissima associazione a delinquere costituitasi in Italia per compiere impunemente una pluralità di reati e atti volti ad assicurarsi il sequestro della legalità e della democraticità delle elezioni. E quindi, ricapitolando, chiedo: il Consiglio di Stato è intervenuto per affermare un principio d'equità sostanziale, a favore delle liste d'Alessandra Mussolini, riconoscendo anche ad esse il privilegio d'impunite truffe e illegalità, riconosciuto e garantito da tempo a tutte le forze politiche, di destra o di sinistra che siano, del regime partitocratrico italiano? Il Presidente della Repubblica e le massime autorità giurisdizionali non trovano nulla da eccepire, nulla da difendere del diritto e della democrazia in italia? Anche il "quarto potere" é unanime nel non vedere, non sentire e non parlare, cioè nel non informare l'opinione pubblica nazionale e internazionale sul nuovo "caso Italia" che, per la seconda volta dagli anni Venti dello scorso secolo torna a proporsi al mondo e dall'europa come vera e propria "peste italiana"?»

Elisabetta Rizzo


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