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Aprilia. Elezioni. Rosy Bindi: «Gli integralismi laici possono essere altrettanto pericolosi di quelli cattolici. Abbiamo bisogno di pacificazione»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Rosy Bindi.
In queste settimane il problema della legalità è balzato
prepotentemente alla ribalta?
«A noi interessa che il centrosinistra sia unito. E il centrodestra
no. È l'unico dato politico che ci interessa. Un punto di partenza
positivo, sia ad Aprilia che nel Lazio».
Il sistema elettorale attuale non penalizza i piccoli?
«In politica ciò che conta è scegliere chi ci governa. Il cittadino
è arbitro. E questo lo fa attraverso una coalizione, non attraverso
un partito. Siamo un sistema bipolare, non un sistema bipartitico».
E a sinistra spazio per i Radicali non c'era? «Io credo di no.
Con i Radicali siamo troppo distanti. C'è una visione complessiva
del progetto politico che ci distingue». Lei li ha definiti
integralisti laici. È un'offesa? «Io non credo lo sia. Basti vedere
come si comporta Daniele Capezzone, fa di tutto per chiamarsi
addosso questa definizione». Lei è una donna cattolica di sinistra,
non sono gli integralismi cattolici a nuocere, oggi, in politica
e in società? «Più che cattolica di sinistra io preferisco definirmi
di centrosinistra nell'Ulivo. Poi credo spetti ai Vescovi, al Papa,
ricordare i valori cui dobbiamo ispirarci noi cattolici. E non la
considero un'ingerenza».
Elisabetta Rizzo
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