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Roma. Le opinioni di un clown. Francesco Pannofino: «Una violenta accusa del Nobel tedesco Heinrich Boll contro l'establishment cattolico...»
Davanti le Telecamere di ParvapoliS Francesco Pannofino.
Grande prova d'attore la sua al Teatro dell'Orologio a Roma, nel ruolo di Hans Schnier, il
protagonista di 'Le Opinioni di un clown', romanzo del premio Nobel della Letteratura
Heinrich Boll. La versione teatrale, fortemente voluta da Mario Moretti, che dopo 23 anni
(nell'82 scelse Flavio Bucci nello stesso ruolo per l'apertura ufficiale del
Teatro dell'Orologio) coglie nuovamente nel segno affidando il ruolo di clown ad un autentico
mattatore quale Pannofino, è liberamente tratta dal testo del '63 dello scrittore tedesco,
ben evidenziando la spietata critica sociale rivolta alla società dell'epoca. Clown per
dissenso nei confronti dell'agiata famiglia, con una madre che non esita a mandare la figlia
a morire per salvare il 'sacro' suolo tedesco, ed un padre che, benché protestante e nell'ottica
di 'modernismo' religioso, invia il figlio in una scuola cattolica, Hans Schnier resta
fedele ai suoi principi etici e alla monogamia: lasciato dalla sua donna convivente, Maria,
di fede cattolica e rosa dal desiderio di normalizzare la sua posizione cristiana, alla
quale soggiacerà andando a sposare un alto funzionario della gerarchia religiosa a stretto
contatto col Vaticano, nel tentativo di recuperare il rapporto amoroso si scaglia
violentemente contro le ipocrisie dell'establishment cattolico, accusato di connivenze col
potere politico e corrotto dalle fondamenta, deviando da quell'autentico senso cristiano
che Hans attribuisce solamente a 4 persone: Maria, Alec Guinness, Giovanni XXIII e Gregory,
un pugile che rinuncia alla gloria di campione del mondo per farsi un frate francescano.
Francesco Pannofino riesce a cogliere in pieno la sferzante ironia bolliana infarcita
di profonda frustazione nonché disperazione nei confronti di una società 'pulita' soltanto di facciata, che alla considerazione ed al perbenismo sacrifica finanche i propri sentimenti. Un intenso atto unico di quasi due ore, dove la solitudine del protagonista è ben sottolineata dalle belle musiche di Antonio Di Pofi. Bravi anche gli altri attori: Tiziana Scrocca, Paolo Perinelli e Beatrice Gregorini. Fluida e sapiente la regia di Claudio Boccaccini. In scena fino al 3 aprile.
Claudio Ruggiero
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