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Latina. Populismo cattolico, sopravvissuti a stento. Claudio Zappalà sulla piccola gaffe di Zaccheo: «La Gloria può spettare solo a Dio»

«Egregio signor sindaco è con vivo dispiacere che ho visto su un quotidiano la sua forma esasperante e fuori luogo, di mettere in risalto l'operato che Giovanni Paolo II ha svolto nel suo lungo pontificato». Scrive Claudio Zappalà, pastore evangelico della comunità pontina: «Non posso tollerare, da persona che conosce e vive nelle problematiche della fede e della teologia, la 'bestemmia' che lei ha commesso, permettendo di scrivere sul maxi schermo collocato a piazza san Marco per seguire i funerali del papa, sul sito del comune di Latina, 'Gloria al Papa'. L'entusiasmo, le emozioni o il dolore non devono mai farci perdere di vista i 'ruoli che si rivestono'. Dare 'Gloria' a qualsiasi essere umano, per quanto grande possa essere stato, è 'blasfemo', perché la Gloria spetta solo a Dio, creatore del cielo e della terra. Signor sindaco, il fatto che lei riveste un ruolo di prestigio nella nostra società, non le deve consentire di commettere questi grossolani errori. La sfera della fede è fatta di parole, contenuti, realtà, ed ogni cosa ha il suo peso. La chiesa stessa non condivide la sua esternazione, perché sa bene che le persone si possono 'tenere in alta considerazione', ma dire Gloria a qualcuno, significa sconfinare negli attributi riservati Solo a Dio. La fede, quella a cui tutti fanno riferimento in questi giorni, si esprime con simboli e parole, e tutto ha un senso. Lei, forse senza rendersi conto, ha offeso nel più vivo il sentimento della cristianità, che riconosce solo a Dio 'la Gloria e la Maestà'».

Elisabetta Rizzo


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